Omelia (25-01-2009) |
don Roberto Rossi |
Il Signore chiama Nella Bibbia c’è il racconto di una storia particolare, quella di Giona, chiamato a predicare la conversione a Ninive, città pagana. Si sente inadeguato e fugge dalla parte opposta; ma il Signore lo riporta alla sua missione. Egli diventerà anche il segno di Cristo nella sua morte e resurrezione. Il vangelo ci parla della chiamata dei primi quattro apostoli. Tutto questo nella giornata, 25 gennaio, in cui si celebra la conversione di S. Paolo e la sua grande chiamata ad essere l’apostolo delle genti. Due racconti di vocazione nella parola di Dio, e il terzo nella Festa della Conversione di San Paolo. La vocazione viene presentata dalla Parola di Dio come il suo irrompere nella vita dell'uomo, anche quando l'uomo non si sente pronto, disponibile. Giona solo al termine si rassegna ad annunciare la Parola di conversione e di salvezza. La parola di Dio lo costringe a combattere contro le sue stesse convinzioni politiche e religiose, integralistiche e settarie: anche i Niniviti, con i loro "cuori induriti", sono chiamati alla conversione Giona si sorprende, ma anche gli "empi" Niniviti credono, digiunano, si convertono dal loro stato di peccato. Dio "non vuole la morte del malvagio, ma che questi si converta e viva". Il Vangelo di Marco ha al centro della scena i primi discepoli di Gesù, non esitanti e dubbiosi come Giona, ma uomini determinati, tanto che la loro risposta è incondizionata: "subito, lasciate le reti, lo seguirono". Ma anche qui l'iniziativa parte totalmente da Dio. Lo sguardo di Gesù li sceglie. Gesù li chiama durante il loro lavoro quotidiano. E il mettersi alla sequela del Maestro di Nazareth li porterà ad una nuova "professione", ad una nuova vita: da pescatori del lago a pescatori di uomini, chiamati a conquistare gli uomini a Dio, a strapparli dal male, dalle banalità e delle preoccupazioni della vita per introdurli nel Regno di Dio. Il Vangelo ci fa notare un cambiamento di prospettiva: i pescatori, considerati impuri e di dubbia moralità per il lavoro che facevano, diventano lo strumento privilegiato dell'annuncio della salvezza. Dio guarda tutti gli uomini con stima e amore, al di là della loro condizione di vita. San Paolo, con la sua conversione improvvisa e stravolgente, ci ricorda che anche un persecutore può incontrare Dio e, attraverso questo incontro, avviare un cammino di ricerca e di riscoperta del Vangelo attraverso l'incontro con la comunità cristiana. Anania, che accetta di incontrare colui che perseguita i cristiani, diventa lo strumento per Saulo di un ripensamento della propria vita alla luce del Vangelo e di un recupero della propria umanità: attraverso di lui Paolo ritorna a vedere in tutti i sensi: riceve il battesimo, la luce della fede, attua il passaggio dalle tenebre del male alla luce della vita. Il Signore chiama! Chiama anche noi, ciascuno di noi. Ci chiama per la conversione, per l’accoglienza del Regno di Dio, per il rinnovamento della famiglia, della parrocchia, della Chiesa, della società. Quando ci chiama, cosa facciamo? Qual è il nostro comportamento? Ci possono essere esitazioni, paure, incertezze... ma seguire la sua chiamata è la nostra vera realizzazione, la nostra gioia, la nostra salvezza. A che cosa mi chiami Signore, Cosa vuoi da me? Che cosa hai pensato di bello e di grande per me? "Fammi conoscere Signore le tue vie!" |