Omelia (01-02-2009)
Omelie.org (bambini)


Il Vangelo di questa domenica ci racconta un sabato di Gesù, trascorso nella città di Cafarnao.
L’evangelista Marco ci presenta i gesti e le parole di Gesù, le reazioni della gente intorno a lui, così che ci sembra di essere anche noi, lì, tra la folla presente nella sinagoga.
Il Maestro e Signore entra di sabato nella sinagoga: per il popolo ebraico, sabato è il giorno consacrato a Dio e la sinagoga è il luogo in cui ci si ritrova per ascoltare la Sacra Scrittura.
Il sabato è un momento speciale della settimana: in questo giorno, come ordina la legge di Mosè, non si svolgono lavori pesanti, si lasciano da parte tutte le attività consuete della settimana per dedicare la propria attenzione, i propri pensieri, le proprie energie, tutte e solo a Dio. Il sabato, per gli ebrei, è il giorno in cui il cuore e la mente si concentrano solo su Dio
Anche Gesù, nella sua infanzia e adolescienza, è cresciuto rispettando questo comando della Legge, anche lui si è recato insieme a Giuseppe, nella sinagoga di Nazareth per ascoltare la Scrittura.
Ora che è diventato adulto e che ha iniziato a predicare la Bella Notizia, quando entra nella sinagoga è non tanto per ascoltare, quanto per insegnare: è un Rabbi, un Maestro, e la gente gli si fa intorno per accogliere le sue parole.
In questo sabato, in particolare, mentre Gesù sta parlando a coloro che gli sono intorno, improvvisamente si alza una voce sgradevole, alta, piena di rabbia.
È la voce di un uomo che ha dentro di sé uno spirito impuro, che lo tormenta, che non lo lascia mai tranquillo.
Gesù interrompe le grida dello spirito del male e ordina: Taci! Esci da lui!"
E lo spirito gli obbedisce.
Un miracolo grandioso, questo, raccontato in poche parole, ma che lasciano intuire tutta la straordinarietà di quanto è avvenuto!
Questo miracolo ci deve riempire il cuore di gioia, perché ancora una volta ci porta la stupenda notizia che niente è più forte di Gesù, nulla al mondo può fermare la forza del suo amore!
Persino gli spiriti del male sono costretti ad obbedirgli, a lasciare liberi coloro che tormentavano!
Non abbiamo niente da temere, proprio nulla! Perché sappiamo che in ogni situazione, in ogni circostanza, l’amore di Gesù è la nostra forza, ci accompagna, ci sostiene, ci rassicura.
Di fronte ad ogni difficoltà della vita, di fronte alle paure che tante volte ci afferrano il cuore, di fronte all’insicurezza, alla tristezza, a qualsiasi pena che pesi dentro di noi, ricordiamoci che niente è più forte dell’amore di Dio.
Vale la pena restare qualche momento a gustare questa certezza, a farla entrare in profondità nei pensieri e nell’anima, perché ci accompagni sempre.
Però, se se non vi dispiace, vorrei che la nostra attenzione lasciasse per un momento in secondo piano questo avvenimento straordinario, per rileggere insieme alcune parole che ritornano per due volte nel brano di questo Vangelo.
L’evangelista Marco comincia dicendo: "erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi". Poi, più avanti, dopo aver raccontato il miracolo, riferisce i commenti della gente: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità."
Autorità: per due volte, questa parola, viene riferita a Gesù.
Perciò, se nel giro di poche righe, ritorna questo termine, vuol dire che è importante, che non possiamo lasciarcelo sfuggire, ma dobbiamo prestare molta attenzione.
Prima di tutto, allora, vediamo di capire: quando sentiamo la parola autorità a cosa pensiamo?
A qualcuno che è importante? A qualcuno che è forte? A qualcuno che ha molto potere?
Sì... senza dubbio nella parola autorità ci sono un po’ di queste sfumature.
Chi ha autorità di solito esercita un potere, un potere che gli dà forza rispetto agli altri. E di conseguenza viene guardato come una persona importante.
Però ancora questo non basta per spiegare quello che vuole dire il Vangelo a proposito di Gesù.
Infatti, una persona può avere un potere ottenuto con la prepotenza, con la violenza, con la crudeltà, oppure con l’imbroglio, con l’inganno... in tutti questi casi non possiamo parlare di vera autorità.
L’autorità di cui parla il Vangelo riferita a Gesù nasce dalla verità: le sue parole e le sue azioni sono vere, quello che il Rabbi di Nazareth insegna lo dimostra con la sua vita.
L’autorità di Gesù nasce dal fatto che tutto quello che insegna e annuncia, poi lo dimostra con la sua vita.
Cristo Gesù è il solo che può operare veramente la Salvezza che annuncia, e il miracolo di cui abbiamo letto oggi, è una delle tante conferme!
Ma allora, come parlavano invece, gli scribi, visto che l’evangelista scrive: "insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi"?
Sono sicura che gli scribi conoscevano molto bene la Scrittura Sacra e di sicuro la sapevano spiegare e commentare con molta intelligenza.
Probabilmente, però, il loro era un insegnamento fatto solo di parole: quello che insegnavano nella sinagoga, il giorno di sabato, non diventava poi vita per tutto il resto della settimana.
Erano parole molto belle, molto profonde, ma che non prendevano corpo nelle cose che vivevano tutti i giorni.
Una cosa del genere può accadere di continuo, sapete. Anche a noi.
Per esempio: ogni domenica ci troviamo intorno al Vangelo e parlo con voi dell’importanza di vivere secondo il cuore di Dio, vi ripeto che anche se richiede impegno, è bellissimo, ci rende felici e ci spalanca le porte della vita senza fine. E tutti ne siamo convinti.
Però, se poi, durante la settimana, vi accorgete che non vivo mai le cose che ho detto, che non so perdonare, che mi arrabbio sempre, che litigo con tutti, mi offendo, sono egoista, non aiuto chi me lo chiede, non faccio mai alcun servizio ma ho solo delle pretese... di certo comincerete a pensare: "Sì, è bello quello che ci dici la domenica, ma poi... le tue parole diventano vuote, senza valore, perché tu non le vivi mai!"
Ecco la grande differenza, che tutti subito notano ascoltando l’insegnamento di Gesù: lui ha autorità, perché tutto quello che dice, lo vive in prima persona.
Parla di amore e lui stesso tratta tutti come fratelli e sorelle...
Parla di condivisione, e non tiene nulla per sé...
Parla di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi stessi, ed è lui il primo a dare da mangiare e da bere, il primo a consolare, guarire, ridare vita e speranza ...
Parla di perdono e sa perdonare perfino chi lo uccide...
Penso che per la nostra vita vogliamo anche noi, non è vero?, la stessa autorità che viene riconosciuta a Gesù!
Desideriamo che tutti coloro che ci avvicinano, in famiglia, a scuola, a sport, in oratorio... dovunque, possano dire: sì, lui, lei, vivono veramente secondo quello che dicono!
Allora questo diventa per noi l’impegno speciale della settimana che ci sta di fronte: ogni sera, prima di dormire, proviamo a pensare se nella nostra giornata abbiamo rese vere le nostre parole, grazie alle nostre azioni. Guardiamo a quello che abbiamo compiuto durante la giornata e chiediamoci se lascia trasparire la nostra fede, il nostro amore per il Signore, il nostro desiderio di vivere secondo il cuore di Dio.
È un impegno grande, non semplice: ma non ci lasciamo scoraggiare e ricominciamo con nuovo slancio, ogni mattina.

Commento a cura di Daniela De Simeis