Omelia (08-02-2009)
don Stefano Varnavà


C'è la festa di S.Valentino, della donna, del papà, della mamma... e col Vangelo di oggi possiamo fare festa anche alle suocere in omaggio alla suocera di S.Pietro.
Dal testo del Vangelo traiamo una prima considerazione: Pietro era sposato ed aveva la suocera con sé. A differenza di Giovanni aveva al suo attivo un'esperienza di sposo, di padre (S.Petronilla, della quale c'è una Cappellina a Roma in S.Pietro, era la figlia poliomelitica di Pietro) e di genero.
Genero fortunato a quanto pare perché la suocera aveva una bella dote: l'accoglienza (e questa è la seconda considerazione).
L'accoglienza: caratteristica che dovrebbe essere soprattutto della donna.
E' la donna che nell'unione coniugale accoglie in sè l'uomo. E' la donna che accoglie e fa sviluppare in sè la vita del figlio.
E' la donna che rende accogliente la casa; accogliente non solo per sè ma anche per gli altri: il marito, i bambini, gli amici di famiglia. Tutti devono sentirsi a loro agio in un locale accogliente e non bloccato da divieti, proibizioni e riserve.
L'accoglienza più vera però la si misura nell'imprevisto.
Non tutti gli arrivi possono essere preannunciati. Ci sono anche quelli improvvisi.
Pietro sapeva che poteva contare anche sull'imprevisto. La suocera li avrebbe accolti ugualmente e con gioia.
Ma per affrontare gli imprevisti occorre avere in casa delle riserve di cibo, di acqua, di vino, di medicinali.
I ragazzi hanno degli appetiti imprevisti magari verso mezzanotte... Oppure si fanno male nei modi più impensati... Occorre essere previdenti almeno nei loro riguardi.
Pietro invita a casa sua Gesù, Giacomo e Giovanni per dare loro un buon pranzo dopo un lungo viaggio.
Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, alloggiare i pellegrini, ma... c'è una difficoltà improvvisa: la suocera è a letto con la febbre.
Gesù capisce la situazione e toglie dall'imbarazzo Pietro che, ovviamente, come diremmo noi, aveva fatto i conti senza l'oste.
Dice il Vangelo che: "Gesù prendendola per mano la sollevò a sedere sul letto".
A questo punto la suocera di Pietro si sente guarita e tutta piena di riconoscenza si accinge a preparare il pranzo.
Quale fortuna in quelle case dove le suocere assomigliano a quella di Pietro!
Ma suocera non ci si imprvvisa. Per esserelo bisogna immmagazzinare tanta saggezza da preferire il suggerire all'imporre.
Saggezza che è elasticità e non rigidità, sviluppo e non fissità, aggiornamento e non solo Amarcord.
Saggezza è saper allargare il cuore. Cuore che s'allarga anche sulla creatura scelta dal figlio: la nuora.
E qui mi permetterei di dare qualche suggerimento alla signora o signorina nuora:
1° - Cerca di non vedere tua suocera come una mummia o come un relitto di un antico veliero. Anch'essa è stata giovane e anch'essa ha ammaliato qualcuno, se non altro chi l'ha sposata.
2° - Non parlare male di tuo marito in sua presenza: non dimenticare che è sempre suo figlio ed è sempre più propensa ad essere indulgente con lui che con te.
3° - Falle un po' di compagnia anche se ti costa; non sfuggirla come se lei parlasse cinese e tu francese, così da non capirvi affatto.
4° - Non starle neppure sempre "addosso": ogni tanto lasciala sola con le sue amiche (da non criticare o peggio deridere) o i suoi ricordi.
5° - Loda qualche volta un suo particolare vestito o un suo particolare "piatto". Le ci tiene anche se non lo dimostra.
6° - Insegna ai tuoi figli e ai tuoi parenti a rispettarla e ad amarla.
7° - Quando lavorate contemporaneamente metti subito in chiaro i vostri rispettivi compiti: o tu o lei ai fornelli, o tu o lei con la scopa. Eviterete così di darvela in testa o di larciarvi i tegami.

Saggezza nella suocera che non è solo allargare il cuore ma anche la mente, e cioè modernità, attualità.
Non "Amarcord" ma aggiornamento nella scienza e nella religione.
Non rifugiarsi nel passato tentando di rievocarlo. I morti sono morti: si potrà ricordarli, venerarli ma non si possono far rivivere.
Ritornare al passato per trovarvi la forza di vivere il presente guardando al futuro.
E anche qui mi permetterei di dare qualche suggerimento alla signore suocere:
1° - Non sottovalutare in continuazione tua nuora come massaia; anche tu, da giovane, hai bruciato qualche arrosto.
2° - Non criticare i suoi abiti e come si veste. Rifiuta gentilmente ogni richiesta di consigli in merito: è più saggio e prudente.
3° - Le persone in genere non chiedono consigli sul da farsi ma consenso per quello che hanno già fatto o intendono fare.
4° - Dalle qualcosa da fare quando viene a stare con voi una mezza giornata. Non fosse altro che l'incombenza di bagnare i fiori. Nulla è più triste di sentirsi inutili.
5° - Non disprezzare i parenti di tua nuora anche se non ti vanno a genio, e lascia che lui li frequenti. Meglio frequentare la madre o le sorelle piuttosto che "certe amiche".
6° - Non sopravvalutare tuo figlio come se fosse "il principe regnante"; anch'egli avrà i suoi difetti che tu, madre, non potevi vedere perché: un conto è il comportamento con la propria madre e un conto il comportamento con la propria sposa o i propri figli.
7° - Non fare la poliziotta o l'investigatrice a tutti i costi; se la nuora esce senza dire a te dove va, sono fatti suoi e di suo marito; chiunque ha bisogno di star solo ogni tanto.

Chiudo con un'osservazione di Gesù.
Coloro che servono sono più necessari di coloro che comandano.
E' il servizio gioioso che ci rende necessari, richiesti, accettati.
Chi avrà apparentemente perduto parte delle sue giornate, delle sue ore per aiutare gli altri, dando da mangiare, da bere, ospitando, ascoltando, consolando, curando, non sarà mai allontanato e fuggito, ma potrà ancora godere, pur saltuariamente, della presenza del figlio o della figlia, anche se avranno formato la loro famiglia.
La suocera di Pietro insegna.