Omelia (08-02-2009)
LaParrocchia.it
La preghiera, segno di riconoscimento

Dopo l'esperienza della sinagoga, Marco ci porta nella casa di Pietro. Si passa dal pubblico al privato... da una situazione di confusione ad una più composta. Ed è in questo contesto che l'evangelista pone alla nostra attenzione l'icona della guarigione della suocera di Pietro.
Ma il testo del vangelo ci offre una seconda icona che vuole leggere e penetrare a fondo il mistero di Gesù, rispettando il filo logico che attraversa tutto il vangelo, e che cerca di rispondere alla domanda: "chi è Gesù?".

Ancora una volta è Gesù stesso con il suo atteggiamento a stimolare la nostra riflessione. La preoccupazione principale, come emerge dal testo, risulta essere l'incontro con il Padre. Gesù non è un fenomeno da piazza, non una persona di spettacolo, non il politico di turno che incanta con la sua retorica, ma se vogliamo conoscerlo e penetrare a fondo il mistero che lo circonda, dobbiamo osservarlo in queste situazioni quotidiane e particolari che sono più eloquenti di qualsiasi miracolo o discorso.

Cronologicamente l'icona si apre con la segnalazione del "buio", segue il "luogo deserto" e infine la "preghiera". Penso che in queste tre indicazioni si trova tutta la ricchezza che deve possedere un ministro del vangelo o semplicemente una persona che vuole vivere in pienezza il suo battesimo e delineare la sua identità di cristiano.
"Buio..." può essere il segno concreto di un po' di sacrificio: ci si alza un po' in anticipo e si offre un po' di luce a quella che può essere la giornata che inizia. Ma è anche il segno che la persona si organizza e chiama per nome gli interessi e i valori della propria vita. Trova del tempo per sé.
"Luogo deserto..." è il segno che nell'ambiente vitale (laddove quotidianamente ci si muove, si vive e si svolgono tutte le mansioni) è stato individuato un luogo dove è possibile isolarsi e stare in solitudine... in solitudine, mai da soli. Ciò denota anche la volontà di una ricerca continua di un benessere personale e di una serenità interiore. Infatti quando nella vita ci sono queste due prerogative tutto diventa più semplice e trasparente, e si trova armonia, equilibrio e stabilità.
"Là..." non è solo il luogo fisico, ma è il luogo dell'incontro con se stesso e con Dio. Si sta a contatto con la propria coscienza e si cerca di formarla attraverso il dialogo personale con Dio e il confronto con la sua Parola. Si scava dentro se stessi e si cerca di mettere in sintonia la vita vissuta e la coscienza che deve animare tutte le scelte che si compiono nella quotidianità.
"Pregava..." si può dire che la preghiera cercata, desiderata e realizzata in queste maniere non viene vista o sentita come il riempimento di alcuni spazi vuoti che si creano durante la giornata, ma diventa l'anima che sostiene tutta l'esistenza; così come nella vita familiare, l'amore per la persona a cui uno si sente legato non ha aspetti par-time, ma è il collante, il leit-motiv di tutta la vita di coppia.

Se vogliamo conoscere Gesù (ritornando all'inizio), dobbiamo guardare a questi momenti cruciali della sua vita. La comunione col Padre è l'anima della sua missione e il segreto della sua riuscita.
Ma l'evangelista dice anche che nella preghiera risiede il segreto per conoscere ed individuare i cristiani maturi e i battezzati convinti.

Commento a cura di don Alessio De Stefano