Omelia (13-02-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gen3,5-6

Dalla Parola del giorno
"Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare la saggezza."

Come vivere questa Parola?
Le pagine della Genesi si aprono su uno scenario di armonia: sulla natura che emerge dal caos scende il compiacimento divino, l’uomo e la donna si colgono e si accolgono in un contesto estatico vero dono l’uno per l’altro, e il rapporto con Dio è all’insegna della fiducia e della vicinanza..
Ma ecco uno stacco violento a intorpidire le acque.
Insidioso, strisciante, si fa strada il sospetto sollecitato dall’ambizione del protagonismo assoluto: essere come Dio, dipendere unicamente da se stessi, dalle proprie scelte, determinare ciò che è bene e ciò che è male...
Una tentazione che non ci è estranea: basta pensare alle ultime vicende di questa nostra epoca. Non sono in questa linea certe arbitrarie prese di posizione che si spingono fino a decidere della vita e della morte di una persona, o che pretendono di piegare le leggi della natura violentandola impunemente?
Certamente non è il male in sé che si cerca: "L’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare la saggezza", scrive l’autore sacro. Sono gli innegabili aspetti positivi che abbagliano, oscurando l’orizzonte così che il luccichio delle pietruzze fa perdere di vista la luce del diamante. E si finisce con l’ammantare di pietà anche un omicidio!
Il risultato è che, una volta consumato il peccato, ci si scopre ‘nudi’, cioè esposti a tutti i soprusi: se è l’uomo a decidere ciò che è bene e ciò che è male, negando una loro oggettiva e trascendente consistenza, tutto è possibile.

Oggi, nel mio rientro al cuore, passerò dalla facile denuncia di ciò che non va intorno a me all’autodenuncia, cioè a individuare le circostanze in cui, all’atto pratico, ho deciso io quello che era bene e quello che era male, in base a ciò che mi tornava più comodo o vantaggioso.

Liberami, Signore, dalla sottile pretesa di essere Dio al tuo posto.

La voce di un dottore della Chiesa
Anche la brama degli onori suscitano in noi queste potenze mondane, per ottenere che tu ti insuperbisca come Adamo e, tentando di renderti simile a Dio nella pienezza del suo potere, disprezzi i divini precetti, cominciando a perdere ciò che hai. Infatti: A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha (Mc 4,25).
Ambrogio