Omelia (01-03-2009) |
padre Romeo Ballan |
Nel deserto un uomo sa quanto vale Riflessioni "Nel deserto un uomo sa quanto vale: vale quanto valgono i suoi dèi". Cioè i suoi ideali, le sue risorse interiori. Lo scrive Antoine de Saint-Exupéry, l’autore del Piccolo Principe. Nel deserto, anche Gesù ha dimostrato quanto vale! È entrato nel deserto nella sua realtà di Dio-in-carne-umana: là si scontrato con le tentazioni di Satana, ne è uscito vittorioso, pur dovendo, più tardi, nella passione, pagare le conseguenze delle sue sconvolgenti e impopolari scelte umano-divine. Il momentaneo fallimento della croce, però, è stato superato definitivamente nella risurrezione, con la quale Gesù ha dimostrato la validità e la bontà delle sue scelte. Gesù ci ha preceduti nel deserto e, come cristiani, siamo chiamati a fare lo stesso percorso. È l’unico cammino che ci porta alla Vita! La celebrazione della Quaresima, "segno sacramentale della nostra conversione" (orazione colletta), ripropone i temi fondamentali della salvezza e della missione: il primato di Dio e il suo piano d’amore per l’uomo, la redenzione che ci viene offerta in modo gratuito nel sacrificio di Cristo, la lotta permanente fra peccato e vita di grazia, i rapporti di fraternità e rispetto da mantenere con i propri simili e con la creazione... Le tentazioni (Vangelo) non sono state per Gesù un gioco-finzione: sono state tentazioni vere, come lo sono per il cristiano e per la Chiesa. "Se Cristo non avesse vissuto la tentazione come vera tentazione, se la tentazione non avesse significato nulla per lui, uomo e messia, la sua reazione non potrebbe essere un esempio per noi, poiché non avrebbe a che vedere con la nostra" (C. Duquoc). E poiché è stato messo alla prova, Egli è in grado di venire in aiuto a chi è nella prova (cf Eb 2,18; 4,15). Gesù si è veramente scontrato con Satana (v. 13) sulle possibili scelte di metodo e di cammino per realizzare la Sua missione di Messia. Ognuna delle tre tentazioni –riportate negli altri due Vangeli sinottici di Matteo e Luca- rappresenta un modello di Messia, e quindi un modello di missione. Le tentazioni erano "tre scorciatoie per non passare attraverso la croce" (Fulton Sheen). La tentazione di diventare: 1°. un "riformatore sociale" (convertire le pietre in pane per sé e per tutti avrebbe garantito un successo popolare); 2°. un "messia miracolistico" (un gesto appariscente avrebbe assicurato fama e spettacolarità); 3°. un "messia del potere" (un potere basato sul dominio del mondo avrebbe soddisfatto l’orgoglio personale e di gruppo). Gesù supera le tentazioni: sceglie di rispettare il primato di Dio, si fida del Padre e fa suo il piano divino per la salvezza del mondo. Accetta la croce per amore e muore perdonando: solo così, spezza la spirale della violenza e toglie alla morte il veleno. Da quel momento, una vita nuova è possibile, in umiltà, verità e fraternità. (*) Gesù affronta le tentazioni nella forza dello Spirito (v. 12), del quale è ripieno fin dal grembo di sua Madre e per il battesimo appena ricevuto (Mc 1,10). È lo Spirito della Pasqua, di Pentecoste e della missione. A volte, purtroppo, si è creduto che denaro, potere, dominio, presunta superiorità, super attivismo, ecc., fossero vie apostoliche di evangelizzazione. Il missionario è tentato anche da queste illusioni; ha bisogno, quindi, dello Spirito di Gesù, agente principale dell’evangelizzazione (EN 75) e protagonista della missione (RMi 21). Lo Spirito fa capire che il deserto quaresimale è un tempo di grazia (kairós): tempo delle cose essenziali, un tempo da riempire con i valori che permangono, un dono da vivere nel silenzio, lungi dagli inquinamenti del chiasso, fretta, denaro, futilità, evasioni, menzogne... Più che un’ingiunzione penosa, il "convertitevi" programmatico di Gesù è un invito a cambiare strada; è il percorso vero che porta alla vita: "credete nel Vangelo", cioè in Gesù stesso (v. 15). È Lui la bella notizia da vivere e da portare ad altri. Nel cammino verso la Pasqua, i temi della conversione e del battesimo sono già presenti nelle letture di oggi. San Pietro (II lettura) è esplicito nel vincolare alla conversione battesimale anche l’esperienza di Noè e dei suoi, salvati per mezzo dell’acqua, divenuta "immagine del battesimo, (che) ora salva anche voi" (v. 20-21), in virtù di Gesù Cristo, morto e risorto (v. 18.21). Noè non era né israelita, né cristiano, né musulmano, ma "uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio" (Gen 6,9). In lui, Dio stabilì la prima alleanza con l’umanità (I lettura), prima ancora che con Abramo: un’alleanza universale, con tutti i popoli. Un’alleanza non su base etnica o religiosa, ma semplicemente sulla base della comune natura umana. Un’alleanza mai revocata, vigente oggi e per sempre. Un’alleanza che è alla base del dialogo possibile con tutte le espressioni religiose e culturali. L’alleanza riguarda le persone –"con voi e con i vostri discendenti" (v. 9)-, ma anche "con ogni essere vivente... con tutti gli animali" (v. 10). Dio è il primo ecologista: è geloso di ogni sua creatura! Il segno di tale alleanza, scelto da Dio stesso, è l’arcobaleno sulle nubi (v. 13), che assurge a simbolo della volontà di salvezza da parte di un Dio che non si stanca mai dell’umanità: nessuna malvagità umana potrà mai indurlo a distruggere le sue creature. L’arco delle frecce di morte è diventato, per iniziativa di Dio, arco di buoni auspici: di pace e prosperità, dialogo e condivisione, verità e fraternità. Parola del Papa (*) "Per realizzare appieno la vita nella libertà occorre superare la prova che la stessa libertà comporta, cioè la tentazione. Solo liberata dalla schiavitù della menzogna e del peccato, la persona umana, grazie all'obbedienza della fede che la apre alla verità, trova il senso pieno della sua esistenza e raggiunge la pace, l’amore e la gioia". Benedetto XVI Angelus nella I domenica di Quaresima, 5 marzo 2006 Sui passi dei Missionari - 1/3: Nel 1959, nascita della CLAR (Confederazione Latinoamericana dei Religiosi), con sede a Bogotà (Colombia): un’istituzione altamente meritoria per l’impulso, il coordinamento e l’inculturazione della Vita Consacrata. - 3/3: BB. Liberato Weiss, Samuele Marzorati e Michele Pio Fasoli da Zerbo, sacerdoti francescani, lapidati fino al martirio (+1716) a Gondar (Etiopia). - 3/3: S. Caterina Drexel (morta a Filadelfia, USA, 1955), fondatrice; elargì la sua ricca eredità a favore degli indigeni e afroamericani, aprendo per loro una sessantina di scuole e missioni. - 6/3: S. Ollegario di Tarragona (Spagna, 1137), vescovo di Barcellona e di Tarragona, allorché questa antica sede fu liberata dal dominio dei Mori. - 7/3: SS. Perpetua e Felicita, martiri a Cartagine (+203), sotto l’imperatore Settimio Severo. - 7/3: B. Giuseppe Olallo Valdés (1820-1889), cubano, religioso dell’Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), sempre attento ai sofferenti e bisognosi. - 7/3: SS. Perpetua e Felicita, martiri a Cartagine (+203), sotto l’imperatore Settimio Severo. |