Omelia (01-03-2009) |
don Roberto Seregni |
Nel deserto La pioggia colorata di coriandoli ha già lasciato spazio alle Ceneri, segno pasquale che ci ha introdotto nel grande tempo della Quaresima. Sistemati in ordine i travestimenti del carnevale, ora è tempo di abbandonare tutte le nostre maschere e guardarci dentro con autenticità. Con Gesù ci inoltriamo nel deserto per quaranta giorni per verificare la rotta della nostra vita e riprogrammare il cammino dietro a Lui. Deserto per ascoltare, per ascoltarci, per (ri)scoprire il silenzio e la calma, per semplificarci e per dare una gerarchia sensata ai nostri impegni. Deserto per ridire il nostro sì, rinnovato e fedele, alla chiamata dello Spirito. Deserto per gustare e saziarci della Parola di Dio e allenare il palato a snobbare i brodini precotti che altri ci propinano con garanzie scientifiche di felicità eterna. Deserto per (ri)scegliere Gesù e prepararci al grande annuncio della Pasqua. In questo cammino di autenticità quaresimale, la madre Chiesa ci offre tre "parole chiavi" che vi ripropongo con qualche proposta concreta. Primo: il digiuno. Digiuno per scoprire che non basto a me stesso e che il mio egoismo non può nutrirmi. Ma attenzione! Il digiuno non deve essere un circolo chiuso: se dico dei "no" è per dire dei "sì" che mi allargano il cuore. Meno televisione per andare a trovare la vecchietta del piano di sopra. Meno sigarette per fare una passeggiata con mia moglie. Meno computer per aiutare i genitori nelle faccende di casa. Meno play-station per ascoltare il nonno. Meno dolci o sfizi per aiutare un povero. Meno pettegolezzi per provare a guardare gli altri così come li guarda Dio. Secondo: la preghiera. Pregare per trovare uno spazio quotidiano di deserto e riconoscere la nostra totale appartenenza a Dio. Possiamo partecipare alla Messa feriale della nostra comunità o recitare il Rosario mentre si va al lavoro. Qualche volta possiamo pure provare a spegnere il cellulare, invocare lo Spirito Santo e aprire la Bibbia per provare a leggere un Vangelo dall’inizio alla fine o gustare la bellezza dei Salmi. Terzo: la carità. Carità per ricordarci che la fede deve cambiare anche le nostre mani. Carità non significa solo dare quello che avanza, ma stare attenti ai bisogni dell’altro. Si può accompagnare il vicino di casa a fare la spesa, andare a trovare un anziano ammalato, telefonare alla zia che si sente sempre sola. Coraggio, cari amici! Non è difficile, basta alzare la vela e lasciarsi portare dal soffio fantasioso dello Spirito... Buona Quaresima! Don Roberto NB. Tra i "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotirano.wordpress.com) pubblicheremo meditazioni, preghiere e poesie che speriamo possano aiutarvi nel vostro cammino quaresimale! |