Omelia (01-03-2009) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù, tentato da Satana, è servito dagli angeli Mercoledì abbiamo iniziato la Quaresima. La proposta è semplice, diretta, perché deve penetrare nelle tante abitudini, convinzioni, in quella selva di difese e di diffidenze che ci rendono sempre uguali a noi stessi, poco vulnerabili, incapaci di umiliarci in un inizio che è sempre necessariamente povero: "Cambia il cuore e credi al Vangelo". Gesù affrontò il male nel deserto, "tentato da Satana", dice il vangelo di Marco. Inizia così l’agonia di Gesù, la lotta tra la vita e la morte. Sì. Per questo il tempo è compiuto. Il Signore, amante degli uomini, viene a combattere il nemico dell’uomo, colui che semina divisione, che è dietro l’istinto di orgoglio o di amore per sé. Per questo chiede di convertirsi. Non è un pio esercizio, un di più per giusti, facoltativo per i mediocri. Chiede di cambiare perché ama il mondo e non può accettarlo così com’è; non vuole che la tua vita si perda, non la considera persa, la vuole migliore. Chi non cambia si conserva e finisce per concedersi, senza scegliere magari, agli idoli muti e sordi. Quante volte preferiamo questi ad un amante appassionato come Gesù! Sì, perché in realtà abbiamo paura dell’amore, lo riduciamo ai nostri limiti angusti, fuggiamo colui che ama, come il giovane ricco che resta legato alle sue ricchezze, che sceglie l’afflizione perché non sa abbandonarsi a colui che fissatolo lo aveva amato. La Quaresima è un itinerario. Per uomini amanti delle soluzioni rapidi, facili, immediate; che si fidano della prima impressione; che poco scelgono l’umiliazione di una disciplina del cuore; che diventano vittime dei loro stessi giudizi superficiali; per una generazione come la nostra che scambia la complessità come indecisione e crede di avere sempre possibili tutte le scelte la quaresima è un invito insistente, ripetuto e affettuoso. Cambia chi si accorge dell’abisso del suo cuore ed inizia la via del pentimento. Quaresima è un tempo di perdono e di gioia perché ritroviamo il nostro cuore, ascoltando un padre che ci ama e rinnova. Il giusto non trova gioia. Non chiede perdono e non sa perdonare. In fondo deve aggrapparsi alla sua ipocrisia per non precipitare nell’abisso del peccato, perché non crede al perdono. Non sa piangere le lacrime, fugge il dolore dell’amarezza, l’umiliazione di scoprirsi come si è e di chiedere aiuto. Ma rimane, anche triste. Il peccatore trova consolazione. Non siamo noi poveri di amore, freddi, paurosi, aggressivi, infedeli, incostanti, pieni di rancori, comandati dall’orgoglio istintivo? Non si riempie, forse, facilmente il cuore con tante paure e inimicizie, diffidenze, ostilità? Non diventa senza limite, vorace di soddisfazione, di confronti, di piccole affermazioni dell’io? C’è grande bisogno di cambiare il nostro cuore perché il mondo è pieno d’inimicizia e di violenza. Può vivere il mondo senza cuore? Chi darà un cuore ad un mondo che si appassiona solo per le cose, per il mercato, per quello che non conta? Chi restituirà i tanti anni che la fame, la durezza della vita rubano a milioni di poveri nel terzo mondo? Chi toglierà dal cuore di tanti l’abitudine alla violenza, l’imbarbarimento che cancella la pietà e la compassione? Per questo accogliamo la gioiosa proposta di cambiare, iniziando dal nostro cuore. Come il peccato, la complicità con il male ha sempre un effetto sugli altri così ugualmente il nostro cambiamento è costruire un mondo di pace e disinquinarlo dalla violenza. Un cuore buono rende bella ed umana la vita di tanti. I discepoli di Gesù sono gente di cuore e che si prendono a cuore gli altri. Credi al Vangelo, all’ingenuità del padre che abbraccia il figlio e lo riveste del suo perdono, senza meriti, senza espiazioni solo perché è tornato in vita. Credi che il Vangelo è via di pace, che il mondo non è irreformabile. Credi che un cuore pieno di sentimenti, spirituale, vince la logica della guerra e può affrettare il giorno della pace. Credi nella forza della preghiera, apri con frequenza il Vangelo, fai silenzio delle tue ragioni per ascoltare lui, invoca con il salmista, supplica Dio insieme al malato, al sofferente, a colui che è colpito dal male. Così scoprirai di nuovo l’alleanza di amore di Dio. Dio fece dono della terra agli uomini, ma li ammonì perché rispettassero la vita dell’uomo, il suo sangue, perché nessuno vivesse disinteressato della vita dell’altro. Il comandamento di Dio è contro la violenza. L’uomo che si converte, che diventa pacifico ricostruisce questa alleanza, che è come una nuova creazione. Nel profondo del cuore umano, c’è un desiderio di pace. Quaresima è ritrovare dentro il cuore mio e del mio prossimo quell’arco di pace, perché finisca il diluvio della violenza, delle tempeste dell’amore di sé, della rassegnazione, perché i tanti che scrutano il cielo implorando aiuto e protezione, che chiedono pace e speranza, possano vedere presto quell’arco. |