Omelia (01-03-2009)
don Giovanni Berti
Gesù nel reality del deserto

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Non sono appassionato di Reality Show e confesso di non averne mai seguito uno in particolare. Non sono qui a lanciare l’ennesima condanna su questo tipo di programma televisivo, mi incuriosisce solamente l’idea che sta alla base, almeno così pare a me, che è quella di voler vedere come gente normale o anche famosa si comporta spontaneamente, senza un copione prefissato. Nel Reality Show lo spettacolo è tutto basato sulla spontaneità dei dialoghi e dei comportamenti, che possono essere appunto imprevedibili e curiosi. E quando questi programmi hanno per protagonisti personaggi già famosi nel mondo dello spettacolo o anche della politica, gli spettatori sono ancora più incuriositi nel vedere come questi si muovono in situazioni completamente diverse da quelle dove si è solito collocarli.
Mi è venuta in mente questa cosa pensando a Gesù che "per necessità di missione" è mandato nel deserto, tentato da Satana. Nel Vangelo di Marco, la questione è trattata molto velocemente, mentre nei Vangeli di Matteo e Luca vengono raccontate più dettagliatamente le prove alle quali Gesù è sottoposto dall’avversario di Dio che è Satana.
Sembra davvero che Gesù sia calato per 40 giorni in una specie di "reality" nel quale si misura con realtà molto distanti da quelle dalle quali proviene e dove si muove normalmente. E’ come vedere quella cantante o quell’attore famoso, che di solito sono immersi in mondi ovattati di successi, comodità e ricchezze, fare i conti invece con una vita spartana in mezzo a animali e scomodità di ogni tipo.
Gesù prima di tutto viene da Dio. La sua casa è il cielo alla destra del Padre. La fede ci insegna che lui sceglie di scendere tra gli uomini per condividerne la vita umana. Nasce e cresce in una famiglia vera e in un contesto normale per i suoi tempi.
Quei 40 giorni così particolari nel deserto, che anche Marco velocemente annota, sono l’occasione per Gesù di mostrare la sua scelta profonda e decisa di condividere la nostra vita. Anche lui, che è Dio, si deve confrontare con quelle prove che toccano tutti gli uomini. Gesù non rimane in un mondo ovattato e sicuro, non sfiorato dalle contraddizioni e tentazioni umane. Questo è il messaggio che ad ogni inizio di Quaresima è dato a noi cristiani: Gesù è là dove viviamo noi, anche lui affronta le nostre stesse prove e non rimane a guardarci da una finestra in alto di un palazzo dorato, come vivono di solito i personaggi famosi prima e dopo esser andati in questa o quella "isola dei famosi". I reality hanno un inizio e una fine, con tempi ed eliminazioni, e rimangono in fondo un programma di intrattenimento.

Ma quello che Gesù ha fatto nel deserto non è certo uno show di intrattenimento televisivo. Noi non siamo dall’altra parte dello schermo a guardare comodamente quello che lui fa', potendo cambiare canale se non ci interessa. Noi siamo con lui nello stesso deserto. Con lui affrontiamo le tentazioni e ci misuriamo con le nostre debolezze fisiche e spirituali. Gesù è sceso nel deserto non per rinnovare la propria notorietà perduta (come spesso accade nei programmi televisivi). Gesù è nel deserto perché ci siamo noi e abbiamo bisogno di una guida e perché abbiamo bisogno di un compagno che ci mostri che è possibile stare nel deserto senza esser vinti o eliminati.
Nei 40 giorni della Quaresima siamo chiamati a fare qualcosa di diverso e in più rispetto la nostra vita normale. Sono come delle prove per il corpo e per lo spirito, che ci aiutano rimettere al centro Dio e la sua Parola. In questi 40 giorni forse daremo meno spazio a qualcuno dei nostri soliti interessi, o magari rinunceremo a qualcosa che ci piace. Forse pregheremo di più e apriremo di più le pagine del Vangelo. Forse come impegno concreto andremo a fare qualche servizio caritativo, per il quale di solito non abbiamo tempo. Sono tutte prove con le quali possiamo misurarci. Basta non aver paura di sbagliare e di non farcela pienamente. E’ bello sapere fin dall’inizio che Gesù è con noi, lui con le sue prove, noi con le nostre, ma accomunati dalla medesima esperienza. E a differenza dei reality non c’è nessun "nominato" e nessun "eliminato", ma solo fratelli che camminano insieme.


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