Omelia (01-03-2009) |
don Roberto Rossi |
Conversione e fede Gesù vive la preghiera e il digiuno nel deserto di Giudea e viene tentato dal maligno. C’è una stretta connessione tra vita cristiana e tentazione. La vita cristiana è vivere da figli di Dio, ma contemporaneamente si è in una situazione di verifica permanente. Essere figli esige una ratifica quotidiana del dono ricevuto in un confronto continuo tra Parola di Dio e situazioni concrete. Il battesimo dunque non colloca in una fedeltà irreversibile o nel pacifico possesso del bene, ma apre un cammino di prova della vocazione ricevuta. Nella breve narrazione di Marco c’è uno scontro tra i due contendenti, Satana e Gesù, tra il forte e il più forte, in cui Cristo ha la parte del vincitore. Fin dalle prime battute del secondo vangelo, Gesù appare come colui che spodesta il Maligno e ne fa arretrare il dominio. Sottolineiamo alcuni aspetti del testo di oggi: 1. Il tempo è compiuto; 2. Il Regno di Dio è vicino; 3. Convertitevi; 4. Credete al Vangelo Il Tempo è compiuto: per gli ebrei il vero tempo è il futuro totalmente nuovo che i profeti avevano promesso. Il presente è "attesa", cioè un attivo "tendere a" questo futuro. Ora, con Gesù, è finito il tempo dell'attesa, con Gesù si compie il capovolgimento della predicazione profetica. I profeti del passato, predicavano il futuro, Gesù predica che il futuro è ormai qui, è presente: è la possibilità concreta offerta "ora" all'uomo. Il tempo è compiuto, il tempo è finito. E' come dire: è cominciata l'eternità. Da "ora", ogni momento è un frammento di eternità. Il Regno di Dio è vicino (= è qui). L'espressione "regno di Dio" era ben nota agli uditori di Gesù, forse non altrettanto per noi. Il regno di Dio è il regno della giustizia, della libertà, della pace, dell'abbondanza, della verità, della fedeltà e dell'amore; al contrario il regno dell'uomo o di Satana è fatto di ingiustizie, di schiavitù, di povertà, di menzogne, di infedeltà e di egoismi. Sta per irrompere il regno di Dio, dove? Ovunque. E' la vittoria sul male, sulle malattie, sulla sfiducia, sull'egoismo, sulla morte. Condizione perché questo Regno, che già c'è, si renda visibile tra gli uomini è la terza parola di Gesù: Convertitevi. E' l'uomo stesso, nella sua libertà, che deve accedere a questo Regno, mediante la conversione. La conversione non è un pio sentimento. E' qualcosa di più profondo: è un volgere le spalle ad un passato, è l'inizio di un cammino nuovo. La storia è giunta alla sua svolta decisiva: chi non seglie di curvare, si sfracella. Non c'è una direzione alternativa a quella di Dio, c'è solo il baratro, il vuoto, il niente. Convertirsi significa allora seguire quella luce nuova apparsa nella nostra vita con Gesù, significa rendersi conto del regno, vedere che c'è e, di conseguenza, orientare tutta la propria vita su una nuova direzione, mettendosi sul cammino nuovo che Gesù ha percorso e tracciato per noi. Credete al Vangelo. Questa espressione riassume le tre precedenti e ne dà loro il senso. E' una supplica: credi al Vangelo, affidati al lieto annunzio in esso contenuto. Il Vangelo non è una dottrina, una tra le tante, ma una Persona: Gesù. Quindi credi in Lui per essere salvo, fidati di Lui che ha vinto la morte, gettati nelle sue braccia per risorgere con Lui. Credere non è un atto intellettuale e neppure un impegno moralistico: è aderire totalmente al regno, che si manifesta in Gesù. L'uomo per sua natura non crede, diffida, diffida dell'amico, del familiare. Credere è il segno della sua maturità: è l'aprirsi, il fidarsi, il rischiare, il coinvolgersi con l'altro, è concretamente rimanere coinvolti nell'avventura di Dio. Più concretamente, come risulta dalla scena immediatamente seguente (1,16-20), credere al Vangelo è seguire Gesù. Gesù cambia radicalmente la vita. Seguirlo è permettere che Lui sia presente in noi e far sì che il suo Regno continui a diffondersi. |