Omelia (01-03-2009)
LaParrocchia.it
Il tempo, l'uomo e Dio

La Quaresima, la scomparsa di Giovanni il Battista, l'ingresso di Gesù, il Deserto, L'Annuncio del Regno sono realtà che segnano il nostro Tempo.
Si può tranquillamente dire che il tempo ottiene una svolta qualitativa: non si guarda al futuro in una forma incerta, ansiosa, confusa e vaga, ma tutto diventa chiaro, lineare, essenziale... tutto ha una logica.
L'evangelista Marco, nel brano odierno, designa questa "nuova esperienza temporale"con il temine Kairòs, che determina il momento favorevole che apre a prospettive affascinanti, capaci di dare un volto nuovo alla storia e al futuro individuale e collettivo, è il carpe diem proposto da Gesù. Questa occasione è da prendere a volo... ora o mai più. Il tempo degli uomini e tutta la storia è segnato dall'intervento e dal progetto di Dio.
In questa ottica la vita di ogni uomo diventa molto preziosa e significativa perché tutte le scelte possono diventare pars costruens o destruens del futuro dell'umanità. Infatti il vangelo, all'inizio di questo periodo quaresimale, suggerisce che ogni persona ha un suo valore, una sua dignità ed è insostituibile: facendo sua la proposta divina, abbracciando il progetto divino, l'uomo sperimenta una gioia piena di fiducia per il cammino che sta affrontando e per la realizzazione che sta costruendo.
Sempre in questo contesto ha senso l'appello alla conversione, a prendere sul serio questo tempo per dare senso allo scorrere del nostro tempo, a mettere da parte i sentimenti che nascono dal nostro egoismo, che sfociano in forme di ingiustizia e di violenza: se si vince questo sistema di male, una visione cristiana ci aiuterà a superare anche il dolore o le varie sofferenze della vita. Questa è l'originalità, la cosa insolita del messaggio evangelico: l'impegno di ogni uomo credente può porre fine alle negatività che assillano la sua vita e quella degli altri... e si può guardare verso un futuro migliore.
È facile un tale cambiamento così radicale?
Rispondendo con schiettezza e realismo, si deve dire che tutto ciò non è facile, ma neanche impossibile. Quasi quotidianamente si percepisce il fascino del Diavolo, si subisce, direttamente o indirettamente, la logica del mondo, del dominio, del possesso... si entra in contatto con la tentazione totalizzante.
Ma Gesù ci insegna che dalle tentazioni si può uscire vittoriosi nel momento in cui si fa forza sulla propria esperienza di fede in Dio, ci si rapporta in modo serio con la sua Parola, evitando così di affidarsi ai compromessi che quotidianamente nascono e vengono posti sotto i nostri sensi.
L'evangelista per descrivere la vittoria usa l'immagine di Gesù "che stava con le fiere" (v.13). Questa icona dice come un progetto di pace e di rinnovamento del mondo è fattibile.
Occorre allora prendere sul serio la conversione, chiedendo nella preghiera un passaggio da una mentalità di chi si sente giusto a quella di chi si sente bisognoso di perdono. Da una mentalità di sfiduciati - senza speranza - a una mentalità di chi crede che l'avvento del Regno di Dio sia a portata di mano. Questo tipo di conversione mette Dio al primo posto e ci si rende conto che la fiducia in Lui porta alla salvezza.
È questa la proposta che Gesù si accinge a fare ai primi apostoli e quindi anche a noi che iniziamo questo cammino verso la Pasqua.
Allora il tempo è sempre "tempo di qualcosa", un tempo scandito da Dio.

Buona Quaresima!!!

Commento a cura di don Alessio De Stefano