Omelia (05-03-2009)
Monaci Benedettini Silvestrini
Chiedete e vi sarà dato

"Mio Signore, nostro Re, tu sei l’unico! - leggiamo oggi nella prima lettura - Vieni in aiuto a me che sono sola". È una preghiera di supplica e di fiducia che sgorga dal cuore della regina. La regina Ester è sola e vive un momento di estrema angoscia per il suo popolo. Ma sa dove cercare rifugio. È davanti a Dio, è debole, senza armi ma ha la preghiera. E in questa supplica Dio, ricordando la promessa fatta al suo popolo la colma dei benefici e dei suoi doni. La regina ci presenta un vero modello di preghiera da seguire, quando rivolgiamo o presentiamo al Signore le nostre suppliche. Quante volte invece noi le preghiere le fondiamo sulle nostre qualità, sui nostri calcoli umani o progetti, quante volte ricordiamo al Signore i nostri meriti che pensiamo di avere. "Rendo grazie al tuo nome, Signore, per la tua fedeltà e la tua misericordia. Nel giorno in cui t’ho invocato - canta il salmista - mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza". E anche il vangelo ci dà una lezione di fiducia profonda: il Padre che è nei cieli è buono e ci dà cose buone se gliele domandiamo. Che cosa impariamo oggi dalla Liturgia della parola. Ma forse che la preghiera si eleva a Dio in intimità del nostro cuore, umile che chiede. Ma quando chiede, quando domanda lascia a lui la risposta e non gliela presenta pronta in anticipo. Quando esiste un rapporto di fiducia tra due persone, in seno ad una famiglia o in una relazione di amicizia in comunità, si può parlare con libertà, si può chiedere con libertà e si può dare in libertà. Ecco come dev’essere la nostra amicizia con Cristo: "Io gli chiedo e lui mi dona. Lui mi chieda e io gli do". Non sempre è facile ma sempre è utile. Perché anche quando è difficile non ci mancherà mai la sua grazia. Con lui vinciamo il mondo.