Omelia (08-03-2009)
don Roberto Seregni
Sul Tabor

La settimana scorsa ci siamo lasciati nel deserto e ora la liturgia ci fa fare un salto impegnativo fino al Tabor, il monte della Trasfigurazione. Un balzo importante, soprattutto spirituale – visto anche che il Tabor è un tozzo colle di 582 metri... - perché ci fa pregustare la meta verso la quale siamo incamminati.
Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti dal loro Rabbì in cima alla montagna. Mentre salgono in silenzio, il loro smarrimento cresce nel cuore. Hanno abbandonando tutto e si sono messi a camminare con Lui. Le cose andavano benone: discorsi da lasciar tutti senza fiato, miracoli, guarigioni, prodigi... Tutto stupendo fino a quando – poco prima di trascinarli sul Tabor - Gesù inizia a parlare della Croce (Mc 8,31-33). Mi immagino i discepoli: "Ma perché deve rovinare tutto così! Cos’è questa storia della sofferenza, del rifiuto e della morte... Che sia impazzito?". Mi sembra di sentirli mentre salgono al Tabor e il cuore batte al ritmo delle loro confusioni. Ma qualcosa sta per accadere: Pietro, Giacomo e Giovanni ricevono il dono di poter assistere ad un anticipo della gloria della Resurrezione. Gesù svela l’altra faccia del suo mistero: non solo la Croce, ma anche la Gloria. Gesù apre i loro occhi per riconoscere la sua bellezza e sembra dire: "Ecco chi sono! Ecco chi state seguendo! Coraggio, amici miei!"
Rileggo questo brano di Vangelo, contemplo la bellezza sperimentata dai tre coraggiosi amici di Gesù e mi viene spontaneo pensare ad altri amici di Gesù...
Penso a te, sorella cara, che tutte le notti ti svegli urlando e i tuoi incubi sono abitati dai fantasmi del passato. A te che non trovi più un senso ai tuoi giorni e ti trascini da un bar all’altro. A voi che non riuscite a coronare il vostro sogno d’amore, perché le vostre famiglie ve lo impediscono. A te che assisti da anni tuo marito immobile nel letto. A te che ti sei innamorata di un uomo che non può amarti. A te che resisti ogni giorni nelle umiliazioni del lavoro e tieni duro pensando a tua moglie e ai tuoi bellissimi bimbi. A te che ogni giorno ritorni sulla tomba del tuo amato marito.
Penso a voi e a tutti gli altri fratelli e sorelle che portano una Croce pesante sulla spalle. Per voi e per tutti - anche per chi ancora non lo sa - brilla la luce di Cristo, la luce del Tabor, anticipo e meta del nostro cammino verso la Pasqua.

Buona settimana
Don Roberto
robertoseregni@libero.it

PS. Tra i "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotitano.wordpress.com) trovate nuovi testi e preghiere per il cammino quaresimale. In particolare vi segnalo la seconda parte della meditazione d don primo Mazzolari e un breve e intenso testo di don Tonino Bello.