Omelia (09-03-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Signore, Dio grande e tremendo, che sei fedele all’alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti. Come vivere questa Parola? La prima lettura di oggi si apre con una consolante constatazione: Dio è fedele e benevolo, anche se non è il ‘nonnino bonaccione’ che lascia correre tutto. La sua giustizia trova nella misericordia e nel perdono la più alta e compiuta espressione. È su di lui che lo sguardo viene sollecitato a posarsi. Un radicale cambiamento di prospettiva, che è poi la radice di un’autentica conversione. Finché si resta incapsulati nel proprio io che si impone, magari con il pretenzioso puntare verso un ideale etico, o si tenterà di minimizzare i propri errori, o si scadrà in un corrosivo senso di colpa, sarà allora l’amarezza dello scacco subito, l’umiliazione di non essere stati all’altezza, ad occupare l’orizzonte, impedendo all’azione giustificante di Dio di irrompere nella nostra vita. Ma quando lo sguardo si lascia afferrare dalla visione di Dio-amore, lo scenario muta radicalmente e il discorso si pone in termini relazionali. È la consapevolezza di non aver corrisposto all’amore a ferire l’anima e ad alimentare in lei un liberante e sereno ‘senso di peccato’. Liberante, perché è un aprire gli occhi sulla propria realtà di creature fragili, e la verità ci rende liberi. Sereno perché ancorato alla rassicurante e gioiosa certezza dell’amore misericordioso di Dio che comunque ci avvolge. Oggi, nella mia pausa contemplativa, rivedrò quanto spazio occupa il mio io anche nel ‘pianificare il cammino di santità’... E Dio che posto vi occupa? È forse ridotto a ‘giuria’ incaricata a premiare il mio impegno o è Colui che mi ‘rende giusto’? Liberami, Signore, dalla smania di protagonismo. E donami di accogliere umilmente quel dono di giustificazione-santificazione che sei Tu. La voce di un dottore della Chiesa Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa. S. Teresa d'Avila |