Omelia (14-03-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Egli tornerà ad aver pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo la tua benevolenza, come hai giurato ai nostri padri. Come vivere questa Parola? Per Israele, al tempo in cui venivano fissate per iscritto queste parole, la situazione era tutt’altro che rosea. L’esilio aveva reso pungente la nostalgia della patria lontana, ora il ritorno porta a confrontarsi con una realtà che si rivela in tutta la sua durezza. La terra promessa, dove "scorre latte e miele" è oggi occupata da popolazioni straniere e ostili al ritorno degli israeliti. Le mura che ne segnavano i limiti accoglienti sono state demolite, il tempio distrutto... Lo scoraggiamento si insinua strisciante, togliendo la voglia di mettersi al lavoro per riedificare la città e, più ancora, per rilanciare la purezza della fede che si è andata sfaldando. Anzi, la consapevolezza di essersi allontanati da YHWH, alimenta diffidenza e paura, quasi che l’infedeltà del popolo avesse intaccato la fedeltà di Dio, così da vanificare l’alleanza. Su questo clima pesante si leva ferma e incoraggiante la parola del profeta: Dio "avrà pietà", "calpesterà le colpe", "getterà nel mare i peccati", "conserverà la sua fedeltà e la sua benevolenza". È un farci penetrare sempre più profondamente nel cuore di Dio, il cui primo moto è la compassione che parte dalle sue ‘viscere materne’ e lo spinge a chinarsi pietosamente sul figlio inabissato nel male. Poi il gesto di colui che riporta vittoria: calpestare il vinto. Ciò che tanto ci avvilisce e su cui siamo tentati di ripiegarci amaramente, Dio, con il suo perdono lo ha sconfitto, lo ha calpestato. Di più, quasi a rassicurarci che verrà cancellato, dimenticato per sempre, lo ha gettato nel mare infinito della sua misericordia. E il suo amore, che non è mai venuto meno, torna ad effondersi alimentando nel cuore gioia e pace. Oggi, nella mia pausa contemplativa, rifletterò su quanto Dio opera in me ogni volta che umilmente gli consegno il mio peccato, e come il mio rivangare gli errori commessi sia un dubitare della sua fedeltà e del suo amore. Credo, Signore!, che il tuo perdono mi rende creatura nuova e mi rilancia nella via dell’amore. La voce di un dottore della Chiesa Il perdono è l'essenza stessa di Dio. S. Caterina da Siena |