Omelia (08-03-2009)
LaParrocchia.it
Trasfigurazione.., per essere trasfigurati

L'episodio della trasfigurazione è uno sprazzo di luce che viene lanciato sul camino verso la croce. Tutti e tre i vangeli sinottici sono concordi nel dire che l'evento si svolge su un monte, alla presenza dei tre discepoli e anche la descrizione del fatto, escluse le peculiarità di ogni evangelista, è fondamentalmente la stessa.
Ma qual è il messaggio di questo avvenimento?
Si deve subito dire che è un evento di glorificazione che riguarda la vita di Gesù e di riflesso la vita dei discepoli e naturalmente oggi dei credenti.
L'evangelista Marco precisa ancora una volta, usando il passivo divino, che Gesù fu trasfigurato... Allora viene da pensare che l'artefice e il protagonista non è Gesù, ma il Padre. Inoltre si deve anche ammettere che è Dio a rivelarsi nella persona del Figlio; per cui il messaggio chiaro ed inequivocabile è che la vita dell'uomo deve essere quello "spazio vitale" con peculiarità divine da permettere a Dio di fare il suo ingresso nel mondo e continuare a manifestarsi e parlare ai suoi. Troviamo un invito a vivere bene e al meglio la vita battesimale nel continuo tentativo di uniformare la nostra esistenza allo stile inaugurato e portato da Gesù. Si può dire con San Paolo cercare in continuazione di essere "tempio dello Spirito Santo".
Alla luce di questa esperienza si può comprendere anche il seguito:
Questi è il mio figlio... ascoltatelo. La vita dell'uomo può essere conforme alla volontà di Dio solo se ci si rapporta a Gesù considerandolo l'unico e solo maestro. L'uomo che vuole o desidera essere il luogo della rivelazione trinitaria deve avere sempre presente, nel suo cammino di discepolo, l'insegnamento impartito da Gesù, unico rivelatore del Padre.
In questa ottica è necessario avere un atteggiamento di ascolto assiduo che non lascia spazio ad altre voci o indicazioni che potrebbero provenire da ambienti estranei alla vita di credenti. È interessante come il testo sottolinea che alla fine di tutto i tre si ritrovano con Gesù SOLO.
Questo ritrovarsi con Gesù dice che il fondamento della nostra esistenza è Lui... ed è da Lui che bisogna ripartire e reimpostare tutta l'opera di evangelizzazione che bisogna svolgere nel mondo.
È bello per noi... ma per dare efficacia alla missione, è importante in questo periodo quaresimale riscoprire la bellezza di essere credenti: è bello credere!!! Molte volte non si è per niente contenti di essere cristiani, discepoli di Gesù...dalla vita non traspare nessuna gioia dell'essere con Gesù e per Gesù... non si è entusiasti di trovarsi sul Tabor a fare esperienza di Dio, esperienza dell'Assoluto, esperienza di se stessi alla luce del Creatore.
Ma di contro bisogna rendersi conto che la società ha bisogno di imparare dal cristianesimo e dalla fede il valore della preghiera, del silenzio, del rispetto, dell'amore reciproco etc. per cui chi crede deve parlare e saper comunicare l'esperienza del (suo) "Tabor".
Allora è opportuno recuperare il fascino che Gesù ha esercitato nella vita di ciascuno, perché in una situazione umana che spesso non lascia intravvedere spiragli positivi si avverte il bisogno della bellezza di Gesù Cristo che si propone come via, verità e vita. Bisogna imparare a raccontare la bellezza della fede... e ogni incontro con il Signore deve essere sentito, curato e soprattutto bello.

Commento a cura di don Alessio De Stefano