Omelia (11-03-2009)
Monaci Benedettini Silvestrini
L'annuncio della Passione

La brama di occupare i primi posti e di avere il potere non è conforme al Vangelo. Gesù è venuto a capovolgere la situazione, è venuto per essere consegnato alle autorità e per affrontare la grande prova della Passione. Tre volte Gesù prepara e annuncia agli Apostoli il suo destino a Gerusalemme. E ogni volta nel Vangelo si ripete lo stesso contrasto: i discepoli hanno altri pensieri, non capiscono, non riflettono su ciò che Gesù presenta con chiarezza, ma pensano alla soddisfazione della loro ambizione, del loro desiderio umano. Dopo il primo annuncio è Pietro che si scandalizza dicendo a Gesù "Questo non ti accadrà mai"; la seconda volta "i discepoli discutono su chi di loro è il più grande; dopo il terzo annuncio sono i figli di Zebbedeo a presentare lo loro domanda ambiziosa tramite la madre. Nel Vangelo Gesù ha parlato di umiliazioni e gli Apostoli domandano onori, domandano posti privilegiati. Questo ci dimostra che la passione era necessaria per cambiare il cuore dell’uomo: le parole, neppure quelle di Gesù bastano. Nonostante le parole buone del Signore, crescono in noi pensieri non buoni, pensieri di orgoglio, di egoismo. Cristo sceglie per sé e indica a noi il cammino dell’obbedienza, dell’umiltà, del sacrificio. Tutto questo ci torna come eco dell’antica profezia di Geremia in cui egli predice il servo sofferente che intercederà per il popolo e si renderà disponibile a portare su di sé il peso delle loro colpe. Apriamo il nostro cuore alla passione di Gesù, comprenderemo la vera gioia, la vera gloria, la vera vita: servire, fare la volontà non la nostra, ma la volontà del Padre, fino a sacrificare noi stessi per il Signore.