Omelia (17-03-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Non ci abbandonare fino in fondo, Signore, per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia". Come vivere questa Parola? Questa preghiera è un forte grido esistenziale che il profeta Daniele coglie in bocca al re Azaria in un momento di prova. La richiesta è di perdono e di sperimentare la grande misericordia in un Dio che non cessa di rendersi presente, vicino, fedele nell’Alleanza con noi. Quanto Dio effettivamente sia misericordioso è narrato nella parabola del Vangelo odierno. Ma quello che Gesù sottolinea, nel suo racconto, è il contrappunto. Larghissima misericordia di chi perdona un grande debito al servo; e grande durezza di cuore in quello stesso servo che, interpellato a sua volta dal conservo che implora pietà a proposito di un piccolo debito, non solo gliela nega ma giunge fino a percuoterlo. Questo comportamento d’aguzzino, che scorda del tutto d’essere stato oggetto della misericordia del padrone e infierisce su chi gli deve qualcosa, ci urta profondamente. Ma non è forse proprio quello che avviene anche in noi quando, dimentichi di essere di continuo oggetto della misericordia di Dio, siamo restii a esercitarla verso il nostro prossimo? Oggi, nel mio rientro al cuore, passerò del tempo a contemplare la misericordia e fedeltà di Dio: quel non rompere la sua Alleanza, ogni volta che, pentito, la invoco. Però mi lascerò anche provocare dal Vangelo! Vedo con chiarezza che non ci sarà più misericordia per me, se tardo a far piazza pulita di rancore, risentimenti, situazioni di non perdono? Prego e canto: Donaci Signor un cuore nuovo, poni in noi Signor uno Spirito nuovo! Un detto dei Padri del deserto Gli anziani dicevano: «Niente è peggio che giudicare l’altro e chiudere il cuore alla misericordia». |