Omelia (29-03-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre glorifica il tuo nome.

Come vivere questa Parola?
"Vogliamo vedere Gesù" dicono alcuni Greci simpatizzanti del mondo ebraico. E questo Gesù circondato da un alone di grande fama per tutti i prodigi che ha compiuto, essi riescono a incontrarlo.
Ma è l’ora drammatica in cui il mistero della morte lo stringe e lo avvinghia fin dentro l’anima, la sua trepida anima di uomo "in tutto come noi". Dapprima Gesù vive la piena consapevolezza del rovesciamento che deve avvenire: "Chi vuol salvare la propria vita la perde". Perché la verità è questa: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore resta solo, ma se accetta di morire porta molto frutto". L’accento è sempre messo, fondamentalmente, sulla positività, sulla vita e su quell’abbraccio del Padre che è il suo stesso segreto di vita. "Se uno mi serve il Padre lo onorerà".
Eppure proprio a questo punto Gesù vive la sua estrema tentazione. Gli altri evangelisti descrivono la tentazione dell’Orto degli ulivi. Giovanni concentra la sua attenzione su questo momento: "Ora l’anima mia è turbata. E che devo dire: Padre, salvami da quest’ora?". Ecco, il dramma è in questo estremo turbamento. Che cosa avviene nell’intimo di Gesù? Ricordiamo che Matteo aveva registrato quelle parole: "L’anima mia è triste fino alla morte"(Mt 26,38). Il grido umanissimo è qui: "Padre, liberami da quest’ora". Però ciò che ha il sopravvento è in quanto segue: "Ma per questo sono giunto a quest’ora". È il totale abbandono. La vittoria dell’Amore sulle forze disgreganti del rifiuto alla volontà del Padre.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cerco di entrare, con l’aiuto dello Spirito Santo, nel mistero di Gesù tentato, turbato da forte emozione nel gorgo di forze minacciose che lo hanno spinto fino all’orlo dell’irreparabile. E prego:

Signore, che hai provato come me il ribrezzo della sofferenza, la paura, l’orrore della tentazione, apri il mio cuore alla speranza. Perché proprio per salvarmi dalla tentazione e dalla morte che è l’essere separato da Dio, tu hai vissuto quest’ora. Grazie, Signore.

La voce di un martire di oggi
Gesù sereno? Lo zelo della tua casa mi divorerà. Angosciato a morte... La tua serenità è quella dell’orante. Alzando gli occhi al cielo tu dici: L’ora è arrivata, Padre. Nella tua preghiera ogni angoscia umana è superata: attraverso il DONO che investe interamente la tua libertà.
Fratel Christophe