Omelia (28-03-2009)
Monaci Benedettini Silvestrini
Il Cristo è segno di contraddizione

Ci avviciniamo alla Settimana Santa e la liturgia odierna ci presenta il conflitto tra Gesù e i capi della sua nazione; è un momento di controversie, di ostilità verbali, prima che l’ostilità si manifesti con azioni concrete. Alcuni ascoltatori di Gesù si convincono: "Questi è davvero il profeta", o addirittura: "E’ il Cristo". Ma nella loro ignoranza pensano che Gesù non sia della stirpe di Davide, credendo che sia nato a Nazaret di dove proviene, altri fanno obiezioni. I nemici di Gesù approfittano del dissenso e tentano di arrestarlo, non vogliono ascoltarlo, si turano le orecchie, chiudono gli occhi per non vedere, per non riconoscere la verità. La persona di Cristo suscita contraddizione, divisione. San Giovanni ci trasmette alcuni dettagli preziosi sulla vita di Gesù, del suo ministero pubblico. La prospettiva di questo brano del Vangelo ci fa quasi credere che Cristo sta in mezzo alla folla, e ascolta i commenti che si facevano sulla sua persona. I pareri sono contrastanti. Ma fin d’allora Cristo ci sta redimendo proprio col sacrificio del compimento del dovere quotidiano più umile. Allo stesso momento, la scena è carica di tensione. Gesù non ha paura, segue tranquillamente la sua strada, è pronto a realizzare il progetto di Dio di salvare gli uomini. Un’altra cosa giusta è la dichiarazione delle guardie inviate ad arrestarlo, rispondono: "Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!". Domandiamo la grazia di essere accoglienti della parola di Dio che ci giunge in tanti modi, irradiati dalla luce di Dio. Così saremo veri discepoli di Cristo e lo aiuteremo a realizzare o a stabilire sulla Terra il regno di Dio.