Omelia (29-03-2009) |
padre Romeo Ballan |
La sfida di essere guide per chi vuole "vedere Gesù" Riflessioni "Vogliamo vedere Gesù!" (Gv 12,21). L’evangelista Giovanni indica chi lo farà vedere davvero: gli apostoli, che, dopo l’incontro con il Risorto, affermano: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,25). In queste due frasi di Giovanni è racchiuso tutto l’arco della Missione. Nell’imminenza di quella Pasqua così speciale per Gesù, l’arrivo di alcuni pellegrini greci a Gerusalemme (Vangelo) ha l’effetto di un’esplosione luminosa sul mistero che si avvicina. Erano persone di lingua e cultura ellenica, convertiti o simpatizzanti per il giudaismo. Erano le primizie dei popoli pagani, chiamati anch’essi a mettersi in cammino verso Gerusalemme, per imparare le vie del Signore, come aveva predetto il profeta (Is 2,3). Quei pellegrini manifestano un desiderio che ha un vasto significato missionario: "Vogliamo vedere Gesù" (v. 21). La domanda va ben oltre la curiosità di conoscere la star di turno. Essi vengono da lontano, appartengono a un altro popolo, il viaggio è stato certamente faticoso, si sono messi in viaggio per motivi spirituali... Vogliono vedere Gesù: non per un saluto fugace, ma per conoscerne l’identità profonda, coglierne il messaggio di vita. Ci sono altri dettagli vocazionali e missionari: per arrivare fino a Gesù, occorrono spesso delle guide, accompagnatori. Quei pellegrini cercano intermediari della loro cultura, Filippo e Andrea, gli unici tra gli apostoli ad avere nomi greci. Gesù coglie la densità e l’importanza di quel momento: la sua ora, l’ora di essere glorificato (v. 23), l’ora dell’offerta della sua vita, l’ora di essere elevato da terra per attirare tutti a sé (v. 32), perché tutti i popoli arrivino alla vita in pienezza. La vita vera, che consiste nel conoscere –cioè amare, aderire, contemplare- l’unico vero Dio e colui che Egli ha mandato, Gesù Cristo (cf Gv 17,3). Non basta, però, avere una idea vaga o una qualunque teoria su Gesù; è necessaria la comprensione amorosa del mistero del chicco di grano, che muore per dar molto frutto (v. 24). Qui c’è un dato biografico: il chicco che muore per dar vita è Gesù stesso. Egli sta parlando di sé e mostra l’unico cammino che porta alla vita: un cammino che passa attraverso la morte. (*) Il momento culminante del chicco che muore è descritto con passione nella lettera agli Ebrei (II lettura): accettando la morte con amore, Gesù diventa causa efficace ed esemplare di salvezza "per tutti coloro che gli obbediscono" (v. 9). In tal modo, nel sacrificio pasquale di Cristo e nell’effusione dello Spirito Santo, si realizza l’alleanza nuova (I lettura): è superata l’antica alleanza, basata sulle pietre della Legge, e si apre lo spazio alla nuova, radicata nel cuore e nella vita (v. 33) delle persone che si lasciano condurre dallo Spirito. Quei pellegrini greci che chiedono di vedere Gesù assumono per noi un valore emblematico: rappresentano le persone e i popoli che aspirano ad un cambio di vita, che cercano Dio con cuore sincero... Alcune volte tale desiderio è esplicito, molte altre è un desiderio muto, intuitivo, indescrivibile, spesso confuso e contraddittorio, ma è sempre un desiderio o un gemito che nasce dal profondo della vita. Sono veri SOS dello spirito, o, messaggi del tipo sms. Più che le parole, spesso parlano i gesti, le situazioni, le sofferenze, le tragedie, i silenzi... Chi darà risposta a tante attese? Occorre gente disponibile; la risposta è affidata a uomini e donne di ogni tempo, che siamo noi cristiani. Non basterà una risposta teorica o la ripetizione di una formula; la risposta missionaria deve partire dalla conoscenza amorosa, dalla conversione e adesione al Signore Gesù. I cristiani, i missionari, devono aver visto il Signore, averne una conoscenza intima; devono poter affermare, come gli apostoli dopo la risurrezione: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,25). "L’apostolo è un inviato, ma, prima ancora, un esperto di Gesù" (Benedetto XVI). E quindi lo può annunciare con credibilità ed efficacia. La comunicazione missionaria dell’esperienza cristiana prende forme diverse, secondo i tempi, le persone, la creatività, le tecnologie. Guardando il calendario dei santi ed evangelizzatori di ogni settimana (vedi sotto), troviamo modelli e stili diversi di annunciare il Vangelo... Oggi si usano anche tecniche nuove. In molti ambienti e nazioni, soprattutto fra i giovani, la Missione corre anche via sms o messaggi di posta elettronica: arrivano a molte persone, anche non cristiane, versetti del Vangelo, pensieri spirituali, notizie riguardanti la Chiesa... Quando il fuoco della missione arde nel cuore, si cercano strade nuove per dare una risposta a quanti vogliono vedere Gesù. Parola del Papa (*) "Gesù è il chicco di grano che muore. Dal chicco di grano morto comincia la grande moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo. Egli è il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l’umanità intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio, che è diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la croce e la risurrezione". Card. Joseph Ratzinger Via Crucis al Colosseo, Roma, Venerdì Santo 25.3.2005 Sui passi dei Missionari - 30/3: B. Ludovico da Casoria A. Palmentieri (1814-1885), francescano, educatore; assieme ad altri operò attivamente per il riscatto di ragazzi africani dalla schiavitù. - 30/3: S. Leonardo Murialdo (1828-1900), sacerdote di Torino, educatore, fondatore dell’Istituto dei Giuseppini per la formazione di ragazzi abbandonati. - 31/3/1767: Espulsione dei Gesuiti dalla Spagna e Portogallo e dalle loro colonie in America Latina. Sei anni più tardi (1773), la soppressione della Compagnia di Gesù. - 1/4: B. Lodovico Pavoni (1784-1848), sacerdote di Brescia, pioniere nel campo sociale, fondatore, dedito all’educazione umana, cristiana e professionale dei ragazzi. - 2/4: S. Francesco di Paola (1416-1507), famoso per la predicazione e la vita di penitenza, fondatore dell’Ordine dei Minimi. Pio XII lo dichiarò patrono della gente di mare. - 2/4: BB. Diego Luigi di San Vitores (1627-1672), sacerdote gesuita spagnolo, e Pietro Calungsod (1654-1672), catechista laico, nato nelle Filippine; ambedue furono uccisi in odio alla fede cristiana e precipitati in mare nell’isola di Guam (Marianne, Oceania). - 2/4: B. Maria Laura Alvarado (1875-1967), nata e vissuta in Venezuela, fondatrice, dedita alla cura di orfani, anziani e poveri; morì a Maracaibo. - 2/4: Anniversario della morte del Servo di Dio, il Papa Giovanni Paolo II (1920-2005). - 4/4: S. Isidoro (ca. 570-636), vescovo di Siviglia e dottore della Chiesa, ingegnoso nelle scienze e nell’organizzazione, riconosciuto come l’ultimo dei Padri della Chiesa latina. - 4/4: S. Benedetto Massarari (Sicilia, 1526-1589), detto il Nero, discendente di schiavi africani, religioso francescano, il primo nero ad essere beatificato (1743) e canonizzato (1807). È compatrono di Palermo. - 4/4: Ricordo di Martin Luther King (n. Atlanta, USA, 1929): leader dei diritti civili, integrazione razziale e non-violenza-attiva, Premio Nobel della Pace (1964), assassinato a Memphis (USA) il 4 aprile 1968. |