Omelia (29-03-2009)
don Giovanni Berti
La logica illogica della croce di Gesù

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Difficile seguire il discorso di Gesù...
Difficile non tanto per la complessità della costruzione del discorso (tipica di alcune parti del Vangelo di Giovanni), ma soprattutto per i messaggi che con queste parole Gesù lancia ai suoi ascoltatori di allora e di oggi, cioè noi. La tentazione è quella di ascoltare la lettura del Vangelo, dire "lode a te o Cristo" quando il sacerdote ha pronunciato il "Parola del Signore" finale e... lasciar perdere, spegnendo il cervello senza lasciarsi "scuotere" dall’illogicità delle cose ascoltate.
Cosa dice Gesù di così strano?
Prima di tutto è importante capire in quale momento siamo del Vangelo. Siamo alla fine del percorso di Gesù. Il Maestro con il seguito dei suoi discepoli entra in Gerusalemme e da li a pochi giorni verrà arrestato e crocifisso.
Gesù considera questo come l’ora nella quale viene glorificato. Che io sappia la gloria prevede onore, potere, soldi e tanta fama. Ma sappiamo che non andrà così per Gesù. E lui è ben consapevole che non è a questo tipo di gloria che va incontro. Infatti parla di morte, di rimanere solo, di perdere la vita, e usa come esempio il piccolo seme che deve scomparire nella terra perché nasca una pianta fruttuosa.
E’ davvero difficile capire questa logica di Gesù, ed è soprattutto ancor più difficile entrarci dentro e viverla.
E c’è anche un altro discorso che rimane oscuro se preso alla lettera, ed è quando dice "quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me". Subito pensiamo alla croce, anche se Gesù pensa anche alla resurrezione. La croce rimane comunque il passaggio fondamentale della sua vicenda. Come è possibile pensare che la croce attiri? Quando mai una sofferenza è attraente? Semmai suscita sentimenti di compassione e di tristezza, ma sicuramente non attira nessuno.
Difficile comprendere Gesù!
Non sono qui a dare risposte facili e pronte all’uso. Anzi rimango ancora una volta fermo per far entrare queste parole incredibili dentro il mio spirito con la speranza che Dio stesso me le farà comprendere pian piano nel corso della vita. Non ho la pretesa di esser io come quella voce dal cielo che cade sui presenti, ma nemmeno da quelli viene compresa. Dio ci parla certamente nella vita, ma noi non abbiamo la giusta capacità di comprendere in pieno e subito...
Una cosa mi rimane fissa come insegnamento dopo aver ascoltato Gesù: la sua logica di vita e il suo modo di veder le cose non è quello umano. O forse è meglio dire che la logica di vita di Gesù vuole rovesciare quella umana che rischia di esser disumana, mentre quella sua realizza veramente quello che siamo e la nostra felicità.
Gesù trova la sua gloria nel donare la vita, nel perdere per far vincere l’amore. Gesù rovescia la logica umana del potere, del vincere sempre, dell’accumulare e del conservare solo per sé. Gesù ci dice che morire è vivere e che morire porta a far vivere con frutto gli altri (la logica del seme...). Gesù ci mostra la via della croce che, al di la di ogni ragionamento umano sensato, diventa una via di vita.
E’ difficile da capire...
Mi vengono in questo momento in mente i 61 ragazzi di terza media della mia parrocchia che tra una ventina di giorni riceveranno la Cresima. Confesso che mi appare un’impresa impossibile quella di insegnare loro che quella di Gesù è la vera logica di una vita felice. Sono così immersi in un mondo dalla logica opposta da quella di Gesù, che davvero vedo come molto ardua l’azione dello Spirito Santo in loro. Ma se ci penso bene, nemmeno io, nemmeno le loro catechiste che si sono spese tantissimo per il loro cammino e nemmeno le loro famiglie con tutta la comunità siamo immuni dalla logica del mondo che vede come profondamente illogica la via proposta dal Vangelo!
Non voglio però cadere nel pessimismo spirituale. Non sia mai!
Anche se le parole di Gesù sono difficili, voglio credere che in me, nella mia comunità parrocchiale, nei credenti così come anche in questi 61 ragazzi che faranno la Cresima, non ci è impossibile pian piano comprendere e vivere quello che Gesù insegna. Infatti l’ora di Gesù è anche la nostra ora, e Lui non è venuto per farci sentire in colpa di non esser capaci e per poi condannarci. E’ venuto ad aprirci la strada... e fare la strada per e con noi.


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