Omelia (05-04-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Giovanni 12,12-15 (brano della funzione della benedizione delle Palme)

Dalla Parola del giorno
Il giorno seguente, la gran folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme, uscì a incontrarlo, e gridava: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!» Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, montato sopra un puledro d'asina!»

Come vivere questa Parola?
Certo, lo sappiamo, la folla che ora corre incontro a Gesù agitando rami di palma e osannando alla sua persona, domani sarà la stessa che griderà: "Crocifiggilo!" impaziente contro le esitazioni di Pilato.
La psicologia delle masse è questa volubilità, questo gridare a squarciagola secondo le mode e le pressioni ideologiche del momento. E tendere, per la vita intera, a non essere uomini e donne di massa ma semplicemente se stessi dentro le proprie convinzioni di luce è tutto l’itinerario del proprio essere persona. Ma qui c’è di più. C’è il gesto dell’agitare rami: un gesto di festa, di plauso che diventa gioia partecipata. E c’è soprattutto quell’acclamazione: Osanna! Che richiama quello degli angeli sulla capanna di Betlemme e che significa: "dà la salvezza". In effetti proprio questo sovrano è così umile e mite da voler esprimere la propria opposizione ad ogni prevaricazione e violenza con l’entrare in Gerusalemme cavalcando un asino. Sì, proprio lui è la salvezza personificata.

Oggi entro nella settimana santa sostando a contemplare questa scena di Gesù-salvezza, il cui momentaneo trionfo (domani ci sarà la cattura e la croce) è una scena plastica piena della verità dell’Osanna.

Signore, dammi di appropriarmi della verità dell’Osanna, di cantare a te questo proclamarti salvezza. In opposizione all’indifferenza e alle espressioni blasfeme, l’Osanna sia il modo per me di farmi uno coi semplici, con quelli che hanno intravisto la tua divina sovranità d’amore proprio dentro la tua semplicità che è non violenza e mitezza.

Una voce dei primi secoli
Se la santa Madre Chiesa celebra oggi corporalmente questi avvenimenti, è perché si adempiano, il che è molto più importante, spiritualmente. Infatti, ogni anima santa è l'asina di Dio. Il Signore si asside sull'asina e si dirige verso Gerusalemme, quando abita nelle vostre anime, fa loro disprezzare questo mondo e amare la patria celeste.
Anonimo del IX secolo