Omelia (05-04-2009) |
Totustuus |
SCHEMA RIASSUNTIVO Tema: Il trionfo della croce. Obiettivo: Condurre i fedeli ad una miglior comprensione del mistero della croce. 1. Verso il trionfo della croce a) La Domenica delle Palme allude alla vittoria e al trionfo. Invece, la Domenica di Risurrezione viene segnata dall'eccesso della croce. b) La croce, la sofferenza e la morte sono sconfitte dal Cristo glorioso. Perciò, più che come una sconfitta, la croce è sempre vista nella prospettiva della vittoria di Cristo sul male e sulla morte. c) Accenni a questa vittoria sul male si colgono nella liturgia: I) «Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro»... «Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!» (Exsultet). II) «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa» (Sequenza pasquale). 2. Beneficio della contemplazione della croce del Signore. a) Ci permette di identificarci con i sentimenti di Cristo. I) Egli patì per amore di suo Padre e per salvare ogni uomo. II) Egli ha sofferto per me. E devo vedere la mia carne nella sua (san Leone Magno). b) Ci aiuta ad aborrire il peccato. I) Cristo fu «trafitto per i nostri delitti»; «per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 54). II) I nostri peccati personali hanno portato Cristo sulla croce. LA BIBBIA «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» (Sal 21) «Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome» (cfr. Fil 2,8-9) LA CATECHESI E IL MAGISTERO «"Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, [Gesù] si diresse decisamente verso Gerusalemme" (Lc 9,51). Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua passione e la sua Risurrezione. Dirigendosi verso Gerusalemme dice: "Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme" (Lc 13,33)» (CCC, n. 557). «Patì a causa dei gentili e dei giudei, degli uomini e delle donne, come si vede nelle domestiche che accusarono san Pietro. Soffrì anche a causa dei principi e dei loro ministri, e della plebe... Patì a causa dei parenti e degli amici, poiché soffrì a causa di Giuda, che lo tradì, e di Pietro, che lo rinnegò. D'altra parte, soffrì quanto l'uomo può soffrire. Infatti, Cristo patì da parte degli amici, che lo abbandonarono; soffrì nella fama, per le blasfemie proferite contro di Lui; soffrì nell'onore e nella dignità, per gli scherni e le burle che gli furono inflitti; nei beni, perché fu spogliato perfino dei vestiti; nell'anima, per la tristezza, il fastidio e il timore; nel corpo, per le ferite e i colpi» (cfr. San Tommaso, Summa Theologica, 3, q. 46 a. 5). I PADRI «"E glielo versò sul capo" (Mc 14,3). Questa donna che rompe il vasetto di alabastro e versa il profumo sul suo capo, non è la stessa donna, di cui si parla in un altro Vangelo, che lavò i piedi del Signore (Lc 7,37). Quella, che era una prostituta e una peccatrice, abbraccia soltanto i piedi; questa, quasi santa gli abbraccia il capo. Quella, come prostituta, bagna con le sue lacrime i piedi del Salvatore e li asciuga con i capelli: sembra che lavi con le lacrime i piedi del Signore, ma in realtà lava i suoi peccati. I sacerdoti e i farisei non baciano il Signore; invece questa donna gli bacia i piedi. Fate anche voi così, voi che state per ricevere il battesimo, poiché tutti siamo sotto il peccato e "nessuno è senza peccato, anche se la sua vita è durata un solo giorno" (Gb 14,4) "e contro i suoi angeli - ciascuno - oppone qualcosa di perverso". Fate anche voi così: dapprima abbracciate i piedi del Salvatore, lavateli con le lacrime asciugateli con i capelli, e quando avrete fatto questo, innalzatevi alla sua testa» (San Girolamo, Comment. in Marc, 10). «Se sei Simone Cireneo, prendi la croce e segui il Maestro. Se, come il ladro, sei appeso alla croce, da uomo onesto, riconosci Dio: se lui per te e per i tuoi peccati è stato aggregato agli empi, tu, per lui, fatti giusto. Adora colui che e stato per tua colpa sospeso a un legno; e, se tu stai appeso, ricava un vantaggio dalla tua malvagità, compra la salvezza con la morte, entra in Paradiso con Gesù, per capire da quale altezza eri caduto. Contempla quelle bellezze; lascia che il mormoratore muoia fuori con la sua bestemmia. Se sei Giuseppe d'Arimatea, chiedi il corpo a chi lo crocifisse, fai tuo il corpo che ha espiato i peccati del mondo. Se sei Nicodemo, quel notturno ammiratore di Dio, ungilo con funebri unguenti. Se sei una Maria, o altra Maria, o Salome, o Giovanna versa lagrime alla prima luce. Fa' in modo da poter vedere la tomba scoperchiata, o forse gli angeli, o perfino lo stesso Gesù. Di' qualche cosa, stà a sentire. Se dirà: - "Non mi toccare" tieniti lontana. Adora il Verbo, ma non piangere. Egli sa da chi dev'essere visto per primo. Celebra le primizie della risurrezione; va' incontro ad Eva, che cadde per prima e per prima vide Cristo e avvertì i discepoli. Imita Pietro o Giovanni, corri al sepolcro, insieme e a gara, in onesta emulazione. Se sarai primo, vinci in amore, non piegarti, guardando da fuori; entra. Se, come Tommaso sarai lontano dal gruppo dei discepoli che videro il Risorto, dopo che l'avrai visto anche tu, non rifiutar la tua fede (San Gregorio Nazianzeno, Oratio XLV, in Pascha, 23-25). PENSIERI E FRASI Leggiamo costantemente la Passione del Signore. Che grande guadagno, quanto profitto ne trarremo! Perché contemplandolo sarcasticamente adorato, con gesti e con azioni, e fatto oggetto di scherzi, e dopo questa farsa schiaffeggiato e sottoposto agli ultimi tormenti, anche se fossi più duro di una pietra, diventerai più morbido della cera, e getterai ogni superbia dalla tua anima" (cfr. San Giovanni Crisostomo, Omelie su San Matteo, 87, 1). «Popolo mio, che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? Dammi risposta. Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza, e tu mi hai dissetato con fiele e aceto» (cfr. Liturgia del Venerdì Santo). «Chi voglia davvero venerare la Passione del Signore deve contemplare Gesù crocifisso con gli occhi dell'anima, in maniera tale da riconoscere la sua stessa carne nella carne di Gesù»(cfr. San Leone Magno, Sermone 15 sulla Passione). ANEDDOTI Facendo visita a san Bonaventura, san Tommaso gli chiese da quali libri avesse tratto l'ottima dottrina che esponeva nelle sue opere. Si dice che san Bonaventura gli mostrò un Crocifisso, ormai annerito a seguito degli innumerevoli baci che gli aveva dato, e gli disse: "Questo è il libro che mi detta tutto quel che scrivo; quel poco che so l'ho appreso da qui" (Sant'Alfonso M. De' Liguori, Meditazioni sulla Passione, 1, 4). |