Omelia (10-04-2009) |
Totustuus |
SCHEMA RIASSUNTIVO Tema: La Croce come segno di amore e speranza. Obiettivo: Conoscere il vero significato della croce. 1. La croce è segno d'amore. a) «Nessuno ha un amore più grande che dare la vita per i propri amici». b) «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito». c) Cristo distese le braccia, aprì le braccia sulla croce come segno d'amore e di accoglienza verso ogni uomo. d) Non era necessario un così atroce tormento. Egli avrebbe potuto evitare quelle amarezze, quelle umiliazioni, quei maltrattamenti, quel giudizio iniquo, e la vergogna del patibolo, e i chiodi, e la lancia... Ma ha voluto attraversare tutte queste sofferenze per amor tuo e per amor mio. E noi, non vogliamo corrispondergli? 2. La croce è segno di speranza. a) Cristo è stato trafitto per i nostri delitti. E così li ha espiati tutti. b) Cristo è morto sulla croce per salvarci. E nessuno ha un amore più grande di chi da la vita per gli amici. c) Mentre era appeso alla croce, ci ha donato sua Madre: il tesoro più soave del suo Cuore. LA BIBBIA «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,12-13). «Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19 25-27). «Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me» (Mt 10,38). LA CATECHESI E IL MAGISTERO «Anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo» (Costituzione dogmatica Lumen Gentium, n. 58). «La "croce", per quanto possa essere pesante, non è sinonimo di sventura, di disgrazia da evitare il più possibile, ma opportunità per porsi alla sequela di Gesù e così acquistare forza nella lotta contro il peccato e il male» (cfr. Benedetto XVI, Angelus, I Domenica di Quaresima, 10 febbraio 2008). I PADRI «In Lui (Cristo) tutta la nostra vita: La sua divinità è vita; la sua eternità è vita; la sua carne è vita, la sua passione è vita; la sua morte è vita, la sua ferita è vita; il suo sangue è vita; la sua sepoltura è vita, la sua risurrezione è vita di tutti. Quello, dunque, che è stato fatto in Lui è vita. Carne è stata fatta in lui, è vita. Infanzia è stata fatta in Lui è vita. Morte è stata fatta in Lui è vita. Remissione dei peccati è stata fatta in lui è vita. Ferita è stata fatta in Lui è vita. Scherno è stato fatto in lui è vita. Spartizione è stato fatto in Lui è vita. Sepoltura è stata fatta in Lui è vita. Risurrezione è stata fatta in Lui è vita. Guarda quante cose sono state fatte in Lui. Da esse è stato prodotto il capovolgimento della nostra esistenza, che era rovinata e ci è stata restituita» (Sant'Ambrogio, Commento al salmo 36). PENSIERI E FRASI «Vide, e ciò lo riempì di gioia, come sarebbe stata amata e adorata la croce, perché Egli stava per morire su di essa. Vide i martiri che, per amor suo e per difendere la verità, andavano a soffrire un martirio simile. Vide l'amore dei suoi amici, vide le loro lacrime davanti alla croce. Vide il trionfo e la vittoria che i cristiani avrebbero conseguito con l'arma della croce. Vide i grandi miracoli che, col segno della croce, avrebbero compiuto in tutto il mondo. Vide tanti uomini che, con la loro vita, sarebbero divenuti santi, perché seppero morire come Lui e vinsero il peccato» (dr. L. De La Palma, La Pasion del Señor). «Perché tanta sofferenza? Perché tutto quel che patì il Signore è il prezzo del nostro riscatto» (cfr. Sant'Agostino, Commento al salmo 21). «È ben possibile che in qualche occasione, da soli con un crocifisso, ti vengano le lacrime agli occhi. Non trattenerle... Ma fa' in modo che quel pianto finisca in un proposito» (cfr. J. Escriva De Balaguer, Via Crucis). «Gesù ha voluto sottomettersi per amore, con piena coscienza, intera libertà e cuore sensibile. Nessuno è morto come Gesù, perché era la vita stessa. Nessuno ha espiato il peccato come Lui, perché era la purezza stessa» (cfr. R. Guardini, Il Signore). ANEDDOTI Un uomo si lamentava continuamente a causa dei suoi molti sacrifici e sofferenze. "So molto bene", diceva, "che non c'è vita senza sofferenza; ma, Signore, mi hai dato la croce più pesante!". Poco tempo dopo fece un sogno che lo confuse. Gli parve di trovarsi in una sala molto grande, nella quale si trovavano riunite tutte le sofferenze del mondo rappresentate da sentieri di croci. "Scegli quella che vuoi" gli disse una voce, "e quella sarà la croce che porterai per tutta la tua vita". L'uomo si rallegrò e si apprestò a sceglierne una di suo gusto. Ne provò una ma pesava troppo, malgrado gli fosse sembrata leggera; ne provò un'altra e gli faceva male sulle spalle; e provò, e provò... fino a che finalmente, ne trovò una relativamente piccola, né ingombrante né molto scomoda per le sue spalle. "Prenderò questa", disse. Con gioia, prese quella croce e l'esaminò più da vicino. Comprese che era la stessa che Dio gli aveva destinato e della quale tante volte si era lamentato. «La lettera X potrebbe essere presto bandita in Arabia Saudita perché considerata troppo somigliante alla croce cristiana. Nel Paese arabo, infatti, è proibito per legge ogni simbolo religioso diverso da quelli islamici. Sulla vicenda si è espressa la Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio (un organo religioso islamico), che nei giorni scorsi ha emanato una "fatwa" contro il segno grafico incriminato» (Avvenire 17 gennaio 2007). |