Omelia (12-04-2009)
Monastero Janua Coeli
E' la Pasqua del Signore!

Ave, Crux, spes unica...
Tutta la nostra speranza, il nostro unico bene in questo legno benedetto. Agli occhi dell'apparenza un legno di maledizione e di condanna, allo sguardo di chi dimora presso l'Altissimo un trono di gloria. Gesù ha sete della nostra speranza. Un varco che si apre nel buio del dolore senza nome, quel dolore che gli uomini fuggono di continuo, in uno stordimento di sentire che dia l'illusione della felicità. Oggi si compie la nostra speranza, Gesù è Re! E la notte del "Tutto è compiuto" ritroverà parole nell'alba del mattino di Risurrezione.
Buon itinerario pasquale!


E’ la Pasqua del Signore!

MEDITAZIONE
Domande
Era giunta la sua ora. C’è un tempo che si compie. Gesù torna al Padre. Era stato concepito dallo Spirito Santo nel grembo di Maria ma ora, per tornare al Padre, sul soffio dello stesso Spirito, è chiamato a squarciare la sua umanità, a lasciarla, anche solo per un attimo, nella morte, per poi riprenderla glorificata e portarla con sé alla destra dell’Altissimo. E la tua ora? Quando ti consegnerai alla morte perché si apra un varco in te verso la Vita? Non domani, fin da oggi. Ora.

Chiave di lettura
Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Gesù, l’amore di Dio fatto pane, l’amore che non ha timore di chinarsi a lavare i passi dell’uomo perché sia consumato fino in fondo il calice del dono. Amare fino alla fine. Quanto costa! Gesù ha desiderato ardentemente mangiare la Pasqua con i suoi. Un desiderio che spingeva la sua esistenza da sempre e scavava in lui, sete di Dio per l’uomo. Gesù, desiderio del Padre, desidera oggi ardentemente mangiare la Pasqua con noi, per amarci fino alla fine. Senza limiti, senza condizioni, senza aspettative. Perché lui è povero, si è spogliato di sé, si è fatto schiavo. Non ha volontà propria lo schiavo. Schiavo del Padre, perché vuole e fa tutto quello che il Padre gli dice; figlio perché ama ciò che il Padre vuole e fa. È un tutt’uno con lui. Per questo uomo libero. La sua schiavitù è regnare. Un maestro e Signore non è tale se non si china a lavare i piedi delle persone a lui affidate. E in quel gesto non c’è un simbolo, passa la vita. Tu cerchi Dio nei cieli? Lo trovi. Dio è creatore. Tu cerchi le tue origini nei cieli? Le trovi. Dio è Padre. Ma ti sembra irraggiungibile. China lo sguardo. Dio lo hai tra i piedi, continuamente, tutti i giorni. Dopo che lo hai cercato nei cieli, e hai gli occhi pieni di Sole, non puoi trovarlo. Quando abbassi lo sguardo, sperimenti una sorta di abbandono e le cose che vedi ti sembrano tutte senza profondità, perché continui a cercare una veste grandiosa e luminosa ... Ai tuoi piedi cosa vedi? Un uomo. Niente di più di un uomo. Con un asciugamano ai fianchi. Un uomo che ti lava i piedi. E tutto ti sembra ma non Dio! Eppure tu sai come è di ristoro dopo aver a lungo camminato trovare qualcuno che ti sciacqua i piedi stanchi. E se questo qualcuno è una persona per te significativa il tocco di quelle mani ti rigenera dentro, lo sguardo che dal basso si leva verso di te diventa abbraccio profondo di tutto ciò che sei. Quante stanchezze! E l’invito della Pasqua è questa porta di libertà che si apre. Sei maestro e Signore, come Gesù, quando ami fino alla fine e passi allora da questo mondo al Padre. E allora ti viene naturale chinarti e lavare i piedi dei tuoi fratelli, non perché ti senti e sei da meno degli altri, ma perché hai bisogno di sentirti schiavo, capace di entrare in sintonia di volontà con l’altro che nel frattempo ha imparato ad essere anche lui come te, maestro, Signore, schiavo. Se non gli lavi i piedi perché vivi di Dio non scopri la tua e la sua dignità, continui ad aggirarti negli atri dei capi che cercano sudditi o nei meandri dei tuoi pensieri su Dio che ti faranno mercanteggiare la vita degli altri, moneta di scambio per la tua affermazione. E se non ti fai lavare i piedi perché pensi di poter fare da te ... non sperimenterai la gioia di una vita che si fa sguardo di gratitudine e di appartenenza a un Dio nascosto nelle fibre dell’asciugatoio. Ogni volta che lavi o ti fai lavare la parte che ti consente di muovere ciò che sei verso, di stare e di andare, puoi avvertire la presenza dell’Amore nell’asciugatoio di cui ti cingi e che è spazio di incontro tra le tue mani e i piedi dell’altro, tra le mani dell’altro e i tuoi piedi.

PREGHIERA
O notte santa, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi ... (Exsultet pasquale)

CONTEMPLAZIONE

Gesù, le donne si recano al sepolcro al levar del sole. Una nuova tua nascita alla nostra storia. Dal buio della notte trascorsa, la notte del dolore e della consumazione del tuo amore per noi, i passi si volgono al masso rotolato via. Il vuoto del sepolcro è parola per noi. Gesù, tu hai aperto quel vuoto con la tua morte, lo hai riempito con il tuo corpo strappato dalla croce, e poi quando lo hai ripreso, sei andato altrove lasciando lì una parola per me, per noi: Non aver paura. Tu cerchi Gesù di Nazareth, crocifisso. È risorto, non è qui. Ora va e di’ ai suoi che egli vi precede. Là, nella vostra terra, lo vedrete ... Ve lo aveva detto. Aiutami, Signore, a trasmettere questa buona notizia, senza paura. Il tuo mistero attrae e intimidisce. Ma quando decido di accogliere il vuoto che la tua presenza lascia in me quando tu te ne vai, e di ricevere la Parola che in questo vuoto tu hai lasciato per me perché io abbia il coraggio di andare lì dove ti ritroverò ancora, nella terra del nostro primo incontro.

Il Vangelo dei piccoli
In questi tre giorni succedono delle cose importantissime. Gesù cena con i suoi discepoli, e durante questa cena dice che rimarrà con loro, e con tutti noi, come pane e come vino. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. La cosa più terribile quando si ama qualcuno è di non poterlo avere sempre con sé. Ci sono dei momenti in cui ognuno sta per conto suo. Gesù questo lo sa, e allora rimane con noi, anche quando se ne va per tornare in cielo. Non è stupendo? Tu vuoi incontrare Gesù? Quando apri il vangelo e leggi quelle parole, lui è là non come ricordo: è proprio lui che ti parla in quel momento, e non ti racconta delle cose. C’è un messaggio per te come anche a Pasqua dentro la tomba lascia un angelo con una parola per le donne che poi vanno. Pensano di trovare Gesù e trovano un angelo, che significa, messaggio di Dio. Tutta la Bibbia è parola di Dio. Lui ti scrive e parla al tuo cuore. Tutti leggono le stesse parole che vi sono scritte, ma ogni volta chi legge sente rivolta a sé quella parola perché in quell’istante lui è là e ti incontra. Fare la Pasqua significa saper trovare Gesù che non è morto, ma è risorto. È vivo. Non lo vedi con gli occhi, ma lo vedi dentro di te. Tu sei come una tomba vuota. Chiudi gli occhi. Cosa vedi? Il buio. In questo buio se stai un po’ fermo e aspetti, ascoltando, c’è la vita che ti parla, la tua vita ... e in questa tua vita c’è Gesù. Lui fa cose molto semplici, cose di tutti i giorni, come ad esempio lavare i piedi. Se tu fai le cose di tutti i giorni con il cuore pieno di amore come quello di Gesù, tu lo vedi. E questo è fare la Pasqua, avere un cuore nuovo.