Omelia (12-04-2009) |
don Giovanni Berti |
Pasqua terremotata Clicca qui per la vignetta della settimana. Per una strana e terribile coincidenza, la settimana che per noi cristiani ricorda e celebra la Passione di Gesù, è iniziata con la via crucis del popolo abruzzese colpito dal terremoto nella notte tra la Domenica delle Palme e il Lunedì Santo. In questi giorni in tutte le chiese (ma purtroppo non in quelle delle zone terremotate, distrutte dal sisma) si rievocano con riti antichi gli ultimi giorni della vita di Gesù. Si ricorda l’ultima cena, nella quale il Maestro insieme ai suoi discepoli, spezza il pane e distribuisce il vino, segni della sua vita spezzata e donata, e compie il gesto della lavanda dei piedi, con la quale insegna lo stile del cristiano che è il servizio. Il venerdì santo ricordiamo la morte in croce, con la quale il Figlio di Dio compie l’estremo abbassamento compiuto per amore di tutti. E infine domenica, ad iniziare dalla veglia notturna e poi in tutte le messe, celebriamo il centro della nostra fede, cioè Gesù risorto da morte, sapendo che questo annuncio della resurrezione da quel giorno non si è più fermato, ed è stato portato avanti da generazioni di credenti in ogni luogo e in ogni tempo. È davvero terribile questa coincidenza tra Pasqua e Terremoto, e personalmente non riesco a vivere questi giorni e tutte le celebrazioni senza sentirmi coinvolto e con il pensiero a quel che è successo (e che sta succedendo) in Abruzzo. Ammetto di avvertire dentro quasi un senso di colpa mentre preparo i vari riti del Triduo Pasquale nella mia chiesa nuova e tranquilla. Mentre io mi preoccupo di quel candelabro da posizionare o di quel drappo, mentre sistemo le letture e organizzo la veglia di sabato sera, nello stesso momento migliaia di persone e anche tanti miei confratelli preti hanno chiese e case sventrate, piangono persone care scomparse e non possono a malapena recuperare che qualche vestito dalle case pericolanti. Penso che mentre io compio dei riti che ricordano la Passione di Gesù, in altri luoghi del dolore vero e attuale, come in Abruzzo, la Passione di Gesù è ricordata in modo più vero e attuale. Nel giovedì santo, con la lavanda dei piedi, ricordiamo la centralità del servizio nella vita cristiana: in Abruzzo abbiamo visto questo servizio nelle migliaia di persone che si sono date da fare per soccorrere i terremotati fin dai primi istanti. Nelle mani nude che toglievano le pietre polverose delle macerie e soccorrevano le persone, ho visto le mani di Gesù che piegandosi come il più umile dei servi, si prende cura dei piedi impolverati e stanchi dei suoi discepoli. Il venerdì santo viene ricordata la morte di Gesù in croce: proprio questo venerdì santo le quasi 300 vittime ricevono il saluto cristiano e civile dell’intera nazione. Ogni famiglia di quelle terre ha il suo monte calvario reale, e proprio come Gesù sulla croce possono gridare "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Rimane la Pasqua come ultimo atto di questa Passione. Clicca qui per lasciare un commento. |