Omelia (12-04-2009) |
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La Risurrezione, speranza per l'umanità Il brano evangelico di Giovanni che ci fa da guida in questa domenica di risurrezione si apre con una indicazione di ordine temporale: "L'Uno della settimana...". Ciò sta a significare che si sta parlando di un evento che ha una grande portata, non è come gli altri giorni, si sta parlando di un episodio unico nel suo genere: si sta raccontando del compimento e della realizzazione del piano di divino sull'uomo e nella storia. È questo un giorno che divide la storia e le dà la giusta dirittura... la risurrezione diventa l'asse dividendo dei secoli... oramai tutto è segnato dalla presenza di Cristo Risorto. Niente è più misterioso, la risurrezione taglia profondamente il tempo. Ogni cosa è simbolo del Vivente. La risurrezione è il mistero centrale della nostra fede. Il cuore del nostro rapporto con Dio. San Paolo lo ribadisce con forza alla comunità di Corinto (e naturalmente a tutta la Chiesa): "...se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati" (1Cor 15,17). La risurrezione svela definitivamente l'identità di Gesù Cristo e il vero e autentico volto del Padre. Se non ci fosse la risurrezione saremmo solo una pia associazione con finalità filantropiche, ma non potremmo dirci Chiesa. Oltre all'indicazione temporale, il testo del racconto di risurrezione presenta... "Maria di Magdala...". In questa donna, la luce e le tenebre vengono separate in un modo quasi sapienziale. Il testo non presenta nessun evento catastrofico o sconvolgente, ma nella figura di Maria l'evangelista ci comunica che andando verso il sepolcro le tenebre si diradano e la luce prende il sopravvento. Anche se le tenebre avvolgono il mondo e la vita di ogni essere umano, il Cristo Risorto e Vivo squarcia le tenebre e illumina la vita di ciascuno. Se fino ad allora la morte è la conseguenza naturale della vita (nascita-vita vissuta-morte)...ora con la risurrezione di Gesù Cristo, l'intera umanità supera il traguardo della legge naturale e può affermare con forza che il desiderio o meta finale dell'uomo non è la tomba, ma la risurrezione che spalanca le porte alla comunione con Dio... la vita di tutto l'universo è protesa verso QUALCUNO... la tomba non è la fine e il fine. A questo punto viene svelato il senso fondamentale della risurrezione. La morte è il sitz leben (il luogo naturale) della vita. Bellissima è l'immagine di Zera (in Gesù di Nazareth di Zeffirelli), che di fronte al sepolcro dice: "Tutto comincia". La pietra rotolata è l'indizio che la morte è stata illuminata e contrassegnata dalla morte di Gesù Cristo. Il luogo più buio è ora il più luminoso. Il compito dell'essere umano, allora, è quello di saper "venire" al sepolcro. Questo verbo di movimento(che potremmo anche legare a un cammino di conversione individuale o comunitaria) esprime la capacità di sapersi mostrare sempre e dovunque per quello che si è veramente, per come siamo fatti concretamente e iniziare a dire la verità della propria vita alla VERITA' che è anche VIA E VITA proprio in virtù del mistero pasquale. Anche Gesù, per Giovanni, "viene" e "si ferma" con i discepoli riuniti nel cenacolo... per condurli verso la Verità! (Giovanni non parla di apparizioni). Qual è il significato della risurrezione per noi? È un invito a cogliere che il tempo della sofferenza e della difficoltà ha un senso, e quasi sempre una logica, quando il tutto viene vissuto incastonato, affidato e compreso, come qualcosa di prezioso, nel piano di Dio. È un'apertura alla speranza...a vedere nella storia quelle realtà positive che illuminano il cammino, a volte disastroso, di ogni uomo. È la forza per poter iniziare, ricominciare e ripartire per nuove mete dopo aver sperimentato la debolezza della natura umana o la lontananza degli uomini nei momenti di maggiore bisogno. È una chiamata a superare continuamente il senso di paura che alberga in noi e nella nostra quotidianità... a vincere il senso di ipocrisia e di ambiguità a cui molte volte si è abituati o assuefatti... a guardare in modo positivo alla storia convinti che alla fine il male deve essere sconfitto dal bene... e che sarà una vittoria divina. È una presa di coscienza di quella espressione (finale del vangelo di Matteo)... "Ecco, Io Sono con Voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"... Il Risorto compagno di viaggio lungo tutto il cammino della MIA vita. Egli non si tanca mai di starmi vicino... io mi annoio facilmente della mia esistenza. Santa Pasqua di Risurrezione a tutti!!! Commento a cura di don Alessio De Stefano |