Omelia (15-03-1998)
mons. Antonio Riboldi
Quante parole

C'è una parabola nel Vangelo di questa domenica che si presta molto bene a tutti e certamente anche a noi che abbiamo un sito in Internet.
Provate a pensare a quante, ma quante parole Internet contiene tutti i giorni, a quante ne vengono dette dai vari mass media e a quante ne diciamo durante la giornata. E chiediamoci quante parole assomigliano a foglie senza frutto: un chiasso che produce un gran rumore nell'anima al punto che tante volte il cuore sente il bisogno di riposare, cercando il silenzio o cercando disperatamente colui che più che parole comunichi verità, amore, comprensione, solidarietà, che sono i veri frutti di cui vorremo cibarci ogni giorno.
Disse Gesù anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?" Ma quegli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierò"" (Lc. 13,1-9)
Questa parabola è una divina fotografia delle situazioni di tanti uomini: tante foglie, troppe foglie ma nessun frutto. E la vita, invece, chiede a ciascuno di noi frutti più che foglie. Faccio un esempio attuale per il Mezzogiorno d'Italia. Tutti conoscono la tristezza di vita che regna in larghe fasce di questa popolazione. Sono pochi quelli che stanno sufficientemente bene, la maggior parte della gente vive molto al disotto della soglia della sopravvivenza. Leggevo in questi giorni che il reddito mensile di una famiglia al Nord si avvicina ai quattro milioni, quella del Sud quasi alla metà. Ma mi sono chiesto in quante famiglie il reddito è realmente di due milioni. Sono troppe ancora le famiglie che vivono di una misera assistenza, in attesa di diritti che formano in fondo la giustizia sociale. Da molti anni si parla di un Mezzogiorno che ha bisogno di sviluppo, non solo come atto di giustizia, ma come il miglior deterrente alla criminalità organizzata e, dopo tanti discorsi, sembra proprio di essere in presenza della pianta di fico che abbonda di foglie ma non ha alcun frutto.
Lo stesso discorso vale per l'amore alla vita, la solidarietà tra di noi, la solidità della famiglia, la questione giovanile. Forse questo nostro tempo ci ha coinvolti nel produrre tante foglie, ma se guardiamo in fondo a noi stessi, notiamo l'amarezza di una vita senza frutto.
Gesù è la Parola. Una Parola che quando viene accolta, immediatamente riempie l'albero di frutti. E Dio non usa tante parole. La Sua Parola scava nel profondo e fa cambiare vita.
Sono bastate poche parole di Gesù per costruire la grande santità di San Francesco e di tanti altri santi. Ancora oggi questo avviene, ma il mondo del chiasso non avverte.
Paolo VI amava ripetere: "I1 mondo oggi vuole vedere testimoni", ossia alberi con tanti frutti.
A volte basta uno sguardo pieno di amore che scende nel cuore con la dolcezza di un frutto per farti vivere. O basta una parola densa di verità e di carità per rianimarti. E' l'esperienza quotidiana.
Come vescovo, tutti i giorni ho il dono di ascoltare tante, ma tante persone che hanno bisogno di trovare ascolto perché non ce la fanno proprio più. Qualcuno che le ascolti con pazienza e amore e poi dica 'la parola di verità' con dolcezza in modo da fare rifiorire speranza e vita.
Un giorno – una testimonianza tra tante – incontrando una persona mi accorsi che doveva avere una grande sofferenza dentro. Pur non conoscendola le misi una mano sulla spalla e le dissi: 'Coraggio, Dio vede ed ama'. Sono passati anni e non mi ero mai scordato di quell'incontro casuale. Un giorno una voce al telefono mi disse: "Grazie, don Antonio, sono quella persona che ha incontrato e di cui ha capito il dolore. Quella mano sulla spalla è come se l'avessi sempre sentita nel mio sofferto cammino verso una vita che credevo finita. Ora vivo: sono felice, tanto felice".
Cosa non ha ottenuto una mano sulla spalla al momento giusto.