Omelia (18-04-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Marco 16,10-11 Dalla Parola del giorno Maria di Magdala [...] andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere. Come vivere questa Parola? La pericope dell’odierno vangelo di Marco è un riassunto narrativo dei fatti che riguardano la resurrezione. Quello che colpisce è una specie di ritornello: "ma essi non vollero credere". C’è stata dunque una resistenza a questo evento che, di fatto, il nostro ristretto modo umano d’intendere può accogliere solo per fede. È la fede la grande scommessa. Ed è vincente quando passiamo dall’evento risurrezione alla persona di Gesù. È stato Lui a dire di sé: "Io sono la risurrezione e la vita. Se uno crede in me non morirà in eterno". Il passaggio è importantissimo ed è possibile, perché in Gesù ci sono tutte le garanzie per credere. È Lui il Volto visibile di tutto l’amore del Padre. È proprio nella potenza del suo mistero di morte e di resurrezione che noi passiamo, già qui e ora, dalle nostre opacità e tristezze di cose mortali alla gioia di ciò che, all’orizzonte del cuore, già è risurrezione e vita per sempre. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a ‘respirare’ a tutti i livelli del mio essere la gioia di un contatto personale e profondo con Gesù. Gli chiederò di saper ascoltare dalla sua voce quel suo dirmi: "IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. CHI CREDE IN ME NON MUORE". E dimorerò in questo annuncio invocando lo Spirito della letizia pasquale. La voce del Papa Da quando Cristo è risorto, la gravitazione dell'amore è più forte di quella dell'odio; la forza di gravità della vita è più forte di quella della morte. Benedetto XVI |