Omelia (19-04-2009)
don Ezio Stermieri
Festa di fede

Festa della Fede, quella di oggi, e dunque festa nostra se la luce che è Gesù nato a Betlemme ci ha raggiunto e la sua Manifestazione come Signore, Dio, uomo ci ha raggiunto e messi in cammino. Perché ogni uomo è chiamato a comprendere la propria realizzazione umana guardando Gesù, a superare legami religiosi magici, superstiziosi per gustare la gioia di un Dio in braccio a sua madre e tutti i popoli devono sapere che il loro destino è nelle mani di Uno più potente della morte, della divisione, dell'odio e dedicarsi a costruire la pace. Il Vangelo evidenzia la dinamica della fede fatta di cammino, di ricerca, di domande che cercano risposta: la risposta al cuore umano che nella scrittura ha scritte le coordinate del piano di Dio: "E tu Betlemme [...] non sei la più piccola, [...] da te uscirà un capo che sarà il pastore"... Fede che non un "quaesivi et non inveni" ma ha la gioia grandissima di un incontro. Vedere, che è la ragione ultima della fede, il bambino con Maria sua Madre, con tutto ciò che comporta di riconoscimento: È lui che cercavo; di adorazione: ora so donde vengo; di offerta: ora la mia vita ha il suo punto di valore e di raccolta. Offerta della dignità, preziosità della vita: l'oro; offerta di quella preghiera, profumo della vita che sale a Dio: l'incenso e offerta dell'umanità nella sua precarietà: la mirra... a Colui che è la nostra salvezza, il nostro Signore, la manifestazione dell'Amore crocifisso. Fede che sempre cambia la vita. È ritorno alla propria continuità ma "per altra strada", quella che il Signore traccia per noi. Questa fede è la realizzazione del sogno di Isaia. Nella vita di Gesù si manifesta quanto Israele attendeva: un popolo risorto: alzati! Un popolo illuminato, in cammino, un popolo raggiante e che dunque dice con la sua fede in chi credere e sperare; un popolo la cui fede diventa cammino per tutti i popoli di cui i magi sono primizia verso una nuova Gerusalemme punto di partenza per una nuova convivenza tra i Popoli perché Dio stesso traccia le coordinate della Pace. Oggi dunque è festa della fede cristiana perché, ci ripete S. Paolo, siamo noi il nuovo popolo di Dio che in Gesù ha sperimentato la fedeltà di Dio e porta nel cuore la certezza che il Vangelo è la chiamata di tutte le genti a condividere in Gesù Cristo la stessa eredità, a formare lo stesso corpo, ad essere partecipi della stessa promessa. Certo la luce della Epifania mette in luce i nostro ritardi, la nostra distanza, il cercare poco e poco sperare dal Vangelo, da Cristo la luce per avere futuro, ma se per un istante il nostro credere è pervaso dalla gioia di aver incontrato Cristo avremo compreso la nostra vocazione e ragion d'essere: portatori della gioia.