Omelia (19-04-2009) |
don Ezio Stermieri |
Piantare la tenda La nostra fede così dubbiosa e perennemente incerta, la nostra ragione così debole eppure orgogliosa, la nostra testimonianza così intermittente e condizionata è afferrata oggi dalla Parola di Dio e portata alla luce della Scrittura nel disegno immenso di Dio Amore, là dove la sua sapienza esplode pervadendo di sé tutte le cose e in un piano di obbedienza e fedeltà a se stesso, Dio decide di porre la sua tenda, la sua abitazione in mezzo ad un popolo glorioso perché segnasse l'inizio di un nuovo sapere su Dio e sull'uomo destinato a raggiungere ogni uomo e tutto l'uomo. L'evangelista Giovanni nel prologo del suo Vangelo traccia per la comunità cristiana la mappa di questo itinerario di luce, Parola, vita, sapienza che attraversa il faticoso cammino dell'umanità nel darsi un senso e per mezzo della testimonianza del Battista individua in Gesù la luce vera, quella che illumina ogni uomo. È Lui la Rivelazione della sapienza di Dio, anzi, dice l'evangelista, ne è la esegesi: il continuo tentativo di comprendere la verità e la Grazia che da Dio raggiungono il mondo. La Sua venuta poi non esaurisce la ragione del movimento di Dio: Egli, il Verbo si è fatto carne per dare al nostro essere di carne un indirizzo nuovo, un nuovo orizzonte, una nuova sapienza: ritornare dietro di Lui, il suo Vangelo a incontrare non solo la legge di Dio ma Dio stesso scoperto nella sapienza del creato, nella fatica della storia verso la Pace, nel cuore dell'uomo chiamato ad amare. Questo disegno, fin dall'inizio, ne abbiamo avuto eco nel bellissimo Inno che Paolo fa suo scrivendo agli Efesini, ha fatto esplodere di gioia, di giubilo la comunità cristiana e proclamare: "Benedetto Dio Padre! Ci ha benedetti in Cristo". In lui chi ha scelti, ci ha predestinati, gratificati, ci ha dato, continua l'Apostolo, uno spirito di sapienza per una profonda conoscenza di lui. Conoscienza che reimmette nella vita la speranza, indica finalmente la strada per raggiungere quel "tesoro" di Gloria che in Gesù ci ha raggiunto come verità sulla nostra vita e amore gratuito che colma le distanze uomo-Dio, fa rinascere l'amicizia, spinge a spendere la vita per Gesù Cristo. Anche noi come singoli e comunità dobbiamo avere nel cuore e nella celebrazione la meraviglia per come non per caso ma per amore siamo stati pensati e chiamati alla vita, lo stupore che con la nostra piccola intelligenza possiamo capire, in Gesù, qualcosa della sapienza di Dio, il proposito di non vivere più come se quel disegno non avesse avuto un "Natale", il respiro di un cristianesimo non settario e marginale ma cattolico, universale. |