Omelia (19-04-2009) |
don Roberto Rossi |
Credere e testimoniare "Non essere incredulo, ma credente". "Pace a voi. Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno perdonati...". "Credendo abbiate la vita nel suo nome". L'incontro con il Risorto non è facile. Gli apostoli passano da un atteggiamento all'altro: stupiti, spaventati, turbati, una grande gioia..., ma «ancora non credevano». Non è facile credere per chi ha visto Gesu catturato, condannato, messo a morte sulla croce. Non è facile credere dopo gli avvenimenti drammatici che sono accaduti. Ecco perché Gesù appare ai suoi, ecco perché lui stesso dice, mostrando loro le mani e i piedi: «Toccate e vedete». No, non è un fantasma quello che appare loro. Non è un miraggio, un'illusione quello che stanno provando. È proprio Gesù, quel Gesù che avevano ascoltato, che avevano visto agire, compiendo gesti straordinari di bontà, di guarigione, di liberazione, di perdono. È una persona viva quella che stanno incontrando, la stessa persona con la quale erano stati per tre anni, la stessa persona che avevano seguito per le strade della Palestina e che avevano tanto amato. Ciò che è accaduto è troppo bello perché possano crederci subito. Gesù non fa delle sue apparizioni un momento di ricordo del passato. Una volta che li ha convinti della sua risurrezione, una volta che ha ripristinato con loro un contatto vivo, Gesù li spinge decisamente in avanti. Questo, attraverso le Scritture, perché vi trovino una luce nuova che permetta loro di cogliere in profondità il senso di ciò che è avvenuto. La sua passione, morte e risurrezione è un compimento: c'è un disegno, un progetto che si è realizzato e questo progetto non si ferma qui. Ecco allora la missione, un impegno che viene affidato a loro e a quelli che verranno dopo di loro: predicare a tutte le genti «la conversione e il perdono dei peccati». Ne saranno capaci questi uomini fragili che sono tutti scappati via al momento della cattura di Gesù? Il compito è troppo grande perché possano farcela solo con le loro forze. Per questo viene donato loro lo Spirito Santo, perché li guidi, li sostenga, infonda loro coraggio ed energia. La strada, però, non dovranno dimenticarlo, è la stessa di Gesù: è fatta di passione, di morte e di risurrezione. La partecipazione all’Eucarestia dà la forza di affrontare il cammino della missione, nella storia del mondo. |