Omelia (19-04-2009)
padre Paul Devreux


Cominciano le apparizioni di Gesù ai suoi discepoli e ogni volta che si manifesta, la prima cosa che dice è: "Pace a voi". Questa pace che dona arriva semplicemente dalla sua presenza, come quella del pastore che tranquillizza le pecore con la sua semplice presenza, o come per i genitori nei confronti dei figli.

Dopo dona loro lo Spirito che li mette in piena comunione con Lui e con il Padre, tant'è vero che dice che ciò che perdoneranno o non perdoneranno in terra, lo sarà anche in cielo. Questo è segno di comunione, ma significa anche che il Signore ci prende molto sul serio perché così facendo ci dà una grossissima responsabilità, quella di portare avanti il suo regno con l'evangelizzazione e con l'accoglienza di tutti, come faceva Lui.

Poi viene fuori l'aneddoto famoso di Tommaso, che ha tutta la mia simpatia e solidarietà. Lui è passato alla storia come colui che non crede se non vede, ma nessuno dei discepoli è riuscito a credere senza vedere, malgrado l'annuncio delle donne e dei due discepoli di Emmaus. Gesù ha dichiarato beato chi riesce a credere senza vedere, perché è segno di totale fiducia in ciò che dicono gli altri, come Maria e Giuseppe che si fidano di ciò che gli dicono gli angeli; ma io sono peccatore, e mi riconosco più facilmente in Tommaso che in Maria o Giuseppe.

Per me Tommaso rappresenta tutti coloro che fanno fatica a credere, coloro che soffrono o subiscono delle ingiustizie, e si domandano perché? Coloro che sono malati o nel lutto e si domandano se Dio c'è? Tommaso si domanda perché Gesù è venuto proprio quando lui non c'era? Lo considera ingiusto, oppure si domanda cosa ha fatto di male per meritare questa esclusione.

In realtà, grazie a questa scelta dolorosa per Tommaso e per Gesù, che lo vede struggersi per una settimana, Tommaso riceverà un dono più grande di quello che hanno ricevuto gli altri, tant'è vero che lui sarà il primo a chiamare Gesù "mio Signore e mio Dio!" Come mai? Perché vedendolo e ascoltandolo Tommaso si rende conto di quanto lo ama, di quanto è disponibile nei suoi confronti, di quanto grande è la sua capacità di perdonarlo e, sopratutto, si rende conto che Gesù è stato al suo fianco tutta quella settimana, anche se lui non lo vedeva. Di questa esperienza abbiamo tutti bisogno per poter credere, come è stato anche per Pietro e per tutti i discepoli da sempre.