Omelia (26-04-2009) |
don Remigio Menegatti |
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto PREGHIERA DI COLLETTA O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa' di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore. Per il nostro Signore... nella gloriosa morte del tuo Figlio Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Per il credente la passione e morte di Gesù non è una sconfitta bensì la piena vittoria di Dio; non nasconde ma esalta invece la scelta del Padre che dona il Figlio per amore. Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù. La morte e la risurrezione è il compimento di tutta una storia di salvezza, conferma le intenzioni d’amore che Dio – conosciuto attraverso i grandi patriarchi – ha manifestato fin dall’inizio della storia dell’umanità, e quindi piena conferma pure le parole dei profeti. Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. E’ la sofferenza che genera vita e manifesta amore, il seme che deposto nella terra porta frutto La morte è legata alla risurrezione; questo vale per Gesù e anche per noi, suoi discepoli. Cosa cambia nella mia vita con la Pasqua? il fondamento della riconciliazione e della pace Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. La pace, il dono del Risorto, è destinata a tutti gli uomini; la sua è una salvezza universale, che chiede di essere annunziata dai credenti anche a chi ancora non conosce questo dono; dono che chiama alla conversione. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati. Nella certezza che l’Agnello immolato redime il gregge, l’Innocente riconcilia i peccatori con il Padre La Pasqua non è tempo penitenziale, ma di conversione; di gioia che nasce non dalla fine delle rinunce, quanto dal vedere che Dio mantiene le sue promesse. Ci credo? testimoni dell’umanità nuova, pacificata nel tuo amore Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore. Nonostante il contatto diretto con il Risorto, anche i discepoli della prima ora faticano a riconoscere in colui che appare lo stesso Gesù che avevano seguito per anni. Per noi la fatica risulta anche maggiore; la nostra fede si basa non sulla verifica diretta quanto invece sulla fede di altri; crediamo sulla loro parola. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. E’ appunto sulla fede dei primi testimoni che possiamo credere e anche a nostra volta diventare adesso dei testimoni del Risorto: lui continua a rivolgerci questo comando e invito: di questo voi siete testimoni. In questo tempo di pasqua avverto se cresce la mia capacità di testimoniare il Cristo? Rendo sempre più solida la mia fede con l’ascolto della Parola che salva, e nella preghiera? PREGHIERA CONCLUSIVA Padre, noi pure fatichiamo a credere in colui che hai risuscitato dai morti e nella nostra risurrezione insieme con lui. Donaci lo Spirito perché apra la nostra mente e il nostro cuore ad una fede piena perché con gioia possiamo rivolgerci a te con i nostri fratelli e invocarti come Padre nostro che sei nei cieli... |