Omelia (26-04-2009) |
padre Paul Devreux |
Il vangelo di oggi ricorda due apparizioni di Gesù: La prima è quella in cui Gesù si mette a seguire i discepoli di Emmaus, li interroga per dare loro la possibilità di sfogarsi e, alla fine, quando vede che sono in grado di ascoltarlo, si rivela spiegando le scritture che parlano di lui e poi con il gesto della condivisione del pane. La seconda è quella fatta al gruppo dei discepoli. Anche qui Gesù cerca di prepararli con l'annuncio delle donne, poi con quello dei due discepoli di Emmaus e alla fine apparendo in mezzo a loro, ma non basta, hanno ancora bisogno di tempo per potersi abituare alla sua presenza ed essere in grado di ascoltarlo. Per questo Gesù domanda loro da mangiare. Solo dopo potrà cominciare a parlare e a rispiegare loro il senso delle scritture e della sua Passione. Se vogliamo provare a capire almeno in parte la loro esperienza di quel giorno, penso che dobbiamo provare ad immaginare che un nostro caro amico o parente venga a trovarci qualche giorno dopo il suo funerale e si metta tranquillamente a tavola con noi, come faceva quando era vivo. Quale sarebbe la mia reazione? Se non faccio un infarto e riesco col tempo a stare alla sua presenza, alla fine gli farei qualche domanda che lui si aspetta, e se mi risponde che è venuto a trovarmi per annunciarmi che Dio lo ha risuscitato e che ora vive una bellissima esperienza di vita in comunione con Lui, e poi riparte, penso che la cosa cambierebbe molto la mia vita e che mi verrebbe spontaneo convertirmi, cioè cambiare vita mettendo al primo posto Gesù, i suoi comandamenti, i suoi consigli, per vivere già ora il più possibile quello che sono chiamato a vivere per l'eternità. Credo che è un' esperienza che non potrei né dimenticare, né tacere! Pensando a questo capisco meglio il cambiamento travolgente che hanno vissuto i discepoli, tanto da renderli liberi dalla paura dei Giudei e vogliosi di raccontare cosa avevano vissuto al mondo intero, senza paura. Hanno capito che Dio aveva camminato con loro, rivelando un volto e un' identità del tutto nuovi. D'ora in poi, l'unica cosa che avranno a cuore sarà parlare di questa rivelazione di cui sono testimoni. Signore, metti anche in noi la speranza che hai saputo mettere in loro. |