Omelia (30-04-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato."

Come vivere questa Parola?
L’espressione, presa così alla lettera, lascia alquanto perplessi: dunque c’è una sorta di predestinazione, quasi che Dio abbia delle preferenze e ad alcuni faccia il dono di credere e ad altri no?
Basta inserire la frase nel suo contesto per capirne il senso. Subito dopo, infatti, Gesù dice: "Tutti saranno ammaestrati da Dio". ‘Tutti’, quindi, nessuna preclusione.
La sete, la nostalgia di Dio è iscritta in ogni cuore. Ne fanno fede le molte confessioni religiose che datano fin dai tempi più remoti, e le loro distorsioni quali il ricorso alla magia e alle varie pratiche superstiziose.
Attenzione, però: si tratta di un’attrazione motivata dall’amore e quindi rispettosa della libertà. Dio previene, ma resta all’uomo il compito di accettare o rifiutare, entrare in un dialogo di amore o chiudersi in uno sterile monologo.
Ciò su cui Gesù sta richiamando l’attenzione è il fatto, di fondamentale importanza, che la fede è principalmente e primariamente dono. Come tale va accolto e custodito con riconoscente amore. Di più: va trafficato in modo da portare frutti per se stessi e per gli altri.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi chiederò: riconosco nella fede che professo un dono inestimabile? Ne ringrazio il Signore? La custodisco e la ‘traffico’ perché produca frutti abbondanti?

Come non ringraziarti, Signore, di avermi prevenuto con la tua grazia, deponendo nel mio cuore il seme della fede? Un piccolo seme, turgido di vita, che è mio compito custodire e coltivare perché germogli e fruttifichi il cento per uno.

La parola di un testimone
La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l’approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall’incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata.
Primo Mazzolari