Omelia (03-05-2009) |
don Roberto Seregni |
Pecorelle o pecoroni? Stiamo tranquilli, il Signore lo sa. Sa che abbiamo bisogno di tempo per convincerci seriamente che Lui è vivo in mezzo a noi. Sa che i discepoli di Emmaus sono il prototipo di molti cristiani che si sono fermati al venerdì santo e hanno ancora gli occhi tappati dalla delusione e dal dolore. Sa che abbiamo bisogno dello Spirito per saperLo riconoscere dietro i nostri presunti fantasmi. Proprio a partire da questo riconoscimento operato dallo Spirito, i discepoli rileggono e riascoltano la Parola del loro Rabbì che assume un significato nuovo e inatteso nella luce della Resurrezione. Così è per il decimo capitolo del Vangelo di Giovanni che la liturgia ci offre puntualmente in questa quarta domenica di Pasqua. Gesù si presenta come il buon pastore che conosce e ama le sue pecorelle fino a dare la vita per loro. La sua conoscenza non è dozzinale, ma personale. Il nostro nome non sta scritto in qualche registro polveroso dimenticato negli archivi celesti, ma sta nel Suo cuore. Lui ci conosce uno a uno. Sa tutto di noi: le gioie e le fatiche, i sogni e le fragilità, gli slanci e le cadute. Sa adeguare il passo ai nostri ritmi, ma sa pure essere esigente quando il cammino o la nostra pigrizia lo richiedono. Ci accompagna. Ci custodisce. Ci protegge. Rileggo con calma questo bellissimo brano e mi convinco che dovremmo prendere un po’ più seriamente questa Parola di Gesù e chiederci onestamente chi (o che cosa...) è il pastore della nostra vita e dove la conduce. Lasciamoci scavare da questa Parola e diamo un nome ai modelli, agli ideali o ai progetti ispiratori delle nostre scelte. A chi andiamo dietro? Di chi siamo alla ricerca? Verso chi sono puntati i nostri passi? A chi affidiamo la nostra vita? Al buon pastore che ci tratta da pecorelle o ai falsi pastori che ci trattano da pecoroni? Questa è veramente una verifica urgente del nostro cammino di fede. Non dobbiamo però cadere nel malefico tranello che ci fa supporre che se proprio non siamo dei terroristi o dei serial killer, possiamo stare con la coscienza tranquilla e andare avanti beati. I falsi pastori sanno bene come ingannarci e come illuderci! E noi siamo bravissimi a raccontarci un sacco di bugie quando dobbiamo giustificarci... Vero? Coraggio, cari amici! La Parola ci invita a passare al vaglio i progetti, i desideri, la qualità delle relazioni, le ambizioni e chiederci se seguono il sentiero faticoso e promettente del buon pastore o la strada larga e deludente dei falsi pastori. Buona settimana, da pecorelle e non da pecoroni! Don Roberto NB. Tra i Ritagli dello Spirito (www.oratoriotirano.wordpress.com) potete trovare nuovi testi per la vostra riflessione personale. Questa settimana presentiamo la seconda parte del bellissimo testo di Antony Bloom sulla preghiera. |