Omelia (09-05-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 14,13

Dalla Parola del giorno
"Qualunque cosa chiediate nel mio nome io la farò."

Come vivere questa Parola?
È l’apostolo Filippo che questa volta interpella Gesù: "Mostraci il Padre e ci basta!". La risposta di Gesù non è aliena da un po’ di delusione! "Da tanto tempo sono con voi e tu, Filippo, non mi hai conosciuto? Chi ha visto me ha visto il Padre" E affermerà perfino: "Io e il Padre siamo una cosa sola È proprio penetrando ammirati in questa affermazione che arriviamo poi a capire quella stupenda promessa: "Qualunque cosa chiediate nel mio nome, io la farò".
Anzitutto chiediamoci: che significa chiedere nel suo nome?
Nome significa la persona stessa. Gesù dunque vuol dire che si tratta di pregare in unione strettissima con la sua persona. E proprio perché Gesù è una cosa sola col Padre, quello che il Padre vuole anche Lui lo vuole, dentro un amore per l’uomo che è il suo stesso darsi in passione e morte e resurrezione.
Così il nostro pregare nel suo nome, significa il nostro diventare sempre più intimi con la sua persona: è un essere sicuri di Lui, del Suo volerci bene, del suo volere il nostro vero bene, dentro un progetto che il Padre sa. E lo sa dentro l’amore più grande. È evidente che, dentro questo ambito in chiarezza di prospettive lumeggiate dalla Parola, il nostro chiedere non può mai essere la pretesa di ottenere quel che a noi piace e sembra cosa giusta bella e buona.
Pregare nel nome di Gesù vuol dire entrare sempre più in un clima interiore di fiducia e di più abbandono, come quello di un "bimbo svezzato in braccio a sua madre".

È questo su cui mi soffermo in quiete contemplativa. E prego

Signore, è su di te che io scommetto tutto. Mi è gioia pregarti e stare con te.

La voce di un monaco
La preghiera tua non è un fatto della tua vita individuale presa isolatamente; se ciò fosse, non sarebbe preghiera: ma appunto perché è preghiera è un fatto d’unione.
François Pollien