Omelia (26-05-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Non ritengo la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio." Come vivere questa Parola? Paolo si è lasciato davvero folgorare da Cristo. L’incontro con lui sulla via di Damasco, gli ha catapultato la vita. Qui egli ha avvertito che né denaro, né onori, né successo né alcun altro bene che una persona possa meritare in una vita onesta e buona sono qualcosa di veramente importante. Ciò non è assolutamente oggetto dei suoi desideri. Una cosa sola Paolo ora desidera: "meritare" di condurre a termine un’esistenza vissuta come una corsa nello stadio in vista del grande premio: lo stare eternamente con Dio. Nello stesso tempo, egli desidera vivere ogni giorno in spirito di servizio: un servizio di amore, che s’identifica con l’essere testimonianza (non solo annunciatore) di quella grazia che è Gesù stesso, il suo amore che salva. Ecco, l’attualità del messaggio paolino (specie in quest’anno dedicato a lui) sta proprio qui. Anche per noi è gioia poter meritare dal provvido amore di Dio una vita consapevole della "corsa" a cui partecipiamo in vista della posta in gioco che è la vita felice con Dio per sempre. Ma, inoltre, avvertire che oggi più che mai occorre essere testimoni di quello che crediamo, servitori credibili (perché davvero credenti) di un annuncio di salvezza che, donato a noi, è da consegnare anche ad altri. Nella mia pausa contemplativa, oggi mi soffermo a chiedermi se, per caso, nella ressa di tutte le ‘cose da fare’ il primato di questo resta salvo o viene soffocato. E prendo provvedimenti perché ciò non avvenga. Signore Gesù, rendimi testimone di quello che credo. Dammi un’anima umile e nello stesso tempo coraggiosa nell’esercizio della mia fede vissuta. La voce di una testimone Dio ci ha fatti alleanza. È per tutti che ciascuno riceve la fede. Una volta che la Parola di Dio è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel momento, a coloro che l’attendono Madeleine Delbrêl |