Omelia (24-05-2009) |
padre Ermes Ronchi |
Un’assenza che è ardente presenza Tre anni di predicazione, di libertà e di conflitti sembrano chiudersi con un bilancio fallimentare: undici uomini impauriti che stanno a fissare il cielo. Undici uomini che non hanno capito molto del Vangelo, se nell’ultimo incontro domandano: «È adesso che rifondiamo il regno di Israele?». Lui parlava del Regno di Dio, loro capivano il regno di Israele. E invece di restare con loro, di spiegare ancora, di accompagnarli ancora, Gesù se ne va! Con un atto di enorme fiducia negli uomini «Ce la farete» dice. Fra sangue e miracoli, fra veleni e fatiche, tra parole inascoltate e parole potenti. Io ce la farò, io salverò un pezzetto di Dio in me, lo aiuterò a incarnarsi ancora in queste strade. Cristo se ne va con un atto di fede nell’uomo. Ma Cristo non se ne è andato se non dai nostri sguardi. Egli è il Vicino-lontano, come scrive la mistica Margherita Porete, remoto e prossimo, oltre il cielo e dentro tutte le cose, oltre ogni forma e più intimo a me di me stesso. La sua assenza è diventata una più ardente presenza. Noi restiamo nella storia a fidarci di un corpo assente, a fidarci di una Voce! Io sto con la Voce, continuo a starci, perché la senti cantare dentro, la senti riaccenderti e farti cuore. Cristo non è andato in alto, è andato avanti, assente e meno assente che mai. Cristo non si è spostato di luogo, è andato oltre. Il Vangelo, a sorpresa, oggi parla più degli apostoli che di Gesù. Di una missione che ricevono, e io con loro: «Annunciate». Niente altro. Non dice: organizzate, occupate i posti chiave, emanate leggi, ma semplicemente: «Annunciate». Che cosa? Il Vangelo. Non le mie idee più belle, non la soluzione di tutti i problemi, non una politica o una teologia migliori: solo il Vangelo, la storia di Cristo. E mi sembra persino facile, quando lo amo e lo respiro! L’ultimo versetto chiude il Vangelo di Marco e al contempo apre il mio: «Il Signore operava insieme con loro». Il verbo greco suona così: «Il Signore era la loro energia». Cristo, il Vicinolontano, forza del cuore, sinergia degli amori. Una famosa preghiera dice: «Cristo non ha mani se non le nostre mani; non ha piedi se non i nostri piedi». Vorrei capovolgere questa preghiera e dire: Sono io che non ho mani se non sono le mani di Cristo. Io che non ho voce, non ho parole, non desideri o sogni veri, se non sono quelli venuti dal Vangelo. Non ho un mio amore se non è sinergia con l’amore di Dio. |