Omelia (07-06-2009) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo»; è la consolante rassicurazione del Cristo risorto ai suoi, convocati presso quel monte dal quale sarebbe asceso al Padre, scomparendo alla vista degli uomini. Concluso il tempo liturgico che celebra il mistero della Pasqua, ecco aprirsi il cosiddetto Tempo Ordinario, il tempo del nostro quotidiano cammino sui passi del Cristo, del quale abbiamo contemplato l’incarnazione, la passione, la morte e la resurrezione; ora, domenica dopo domenica, approfondiremo la sua parola di Maestro, che è Via, Verità e Vita. Non un tempo qualunque, dunque, il Tempo Ordinario, né un tempo liturgico meno importante degli altri; ma un Tempo che è un po’ la nostra risposta al dono che il Padre ci ha fatto nel Figlio e nello Spirito; e, in questo tempo ci accompagna la certezza che ogni giorno il Signore è con noi, ed è con noi, in Lui, anche il Padre e lo Spirito. Ed ecco la solennità della Santissima Trinità, che la Chiesa offre alla nostra contemplazione, proprio all'inizio di questo ciclo liturgico, che si ripresenta, ma che non è mai ripetitivo, se noi siamo, realmente, in cammino sui passi del Cristo, e desideriamo entrare sempre più profondamente, per quanto è consentito all'uomo, nel Mistero grande di Dio. Il Mistero della Trinità: un’altezza vertiginosa verso la quale il nostro sguardo di creature non può spingersi; ma dalla quale Dio si è fatto incontro alla sua creatura, la più bella e la più amata; cos'è, infatti, l'uomo di fronte al Mistero di Dio? Di fronte all’Essere misterioso e sovrano, l’uomo non può che tacere; ma non in un silenzio che sgomenta, infatti, dall’insondabile infinito di Dio, giunge a noi la luce della Parola, giunge, consolante, la Rivelazione che si dispiega in tutta la storia della salvezza, quella Storia che è Sacra per eccellenza, perché vede Dio, creatore e Padre, piegarsi sulla storia degli uomini, e, tra essi, scegliersi un luogo e un popolo cui manifestarsi, perché da lì si diffonda a tutti gli uomini della terra la conoscenza di Lui, così che a Lui, ogni uomo si volga con fede ed amore. L'Altissimo, l’Onnipotente, Colui che assolutamente Altro, si fa', dunque, vicino all’uomo, la creatura che è Sua immagine, e che è specchio della Sua gloria; e la prima lettura di questa domenica ce lo ricorda col passo tratto dal Deuteronomio, che così recita: "Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te, dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra, e da un'estremità dei cieli all'altra; vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che, cioè, un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo? 0 ha mai tentato un Dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi? Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio, lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro...». Una verità consolante, da tener viva, come Mosè esortava, già in quel lontano tempo, nel cuore: Dio è tra noi, qui sulla terra, nella nostra faticosa Storia, inquinata dal male; Lui non ci abbandona, ma, come un padre, consumato dall'amore, attende che ogni uomo, anche il più lontano, ritorni a Lui; anzi, fa di più, ci viene incontro, nella Persona del Figlio, il Verbo, che si incarna nell'uomo Gesù di Nazareth e dà pienezza al tempo, dà salvezza alla Storia, nella quale si immerge, per vincere alla radice il male. È la Storia della nostra redenzione, nella quale si rivela il Mistero grande del Cristo, il Dio tanto vicino all'uomo, da farsi egli stesso uomo. Il Dio vicino è il Dio con noi, l’Emmanuele, Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo, che abbiamo contemplato nei tempi forti dell'anno liturgico; è Gesù di Nazareth, il Cristo, che ci ha rivelato il vero volto del Padre, la ricchezza del Suo amore misericordioso, e ci ha insegnato a rivolgerci a Lui con quelle parole di insuperabile bellezza e intensa commozione, che ci fanno ripetere: «Padre nostro...». Il Dio vicino è il Cristo, che ritornando al Padre, ci ha fatto dono dello Spirito, come abbiamo celebrato la scorsa domenica. Ora, è quello stesso Cristo, il Redentore pienamente glorificato, che oggi ci ripete: «Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo...»; Lui che ci ha messo a parte dei segreti del Padre; Lui che ci tiene uniti a sé, come tralci alla vite, e, col suo amore si fa nostra dimora, Lui, con la potenza della sua divinità, ci invia nel mondo a battezzare e a insegnare, perché ogni uomo possa vivere immerso in Dio, possa sperimentare la gioia immensa della vicinanza del Padre, che ci avvolge col suo amore, e possa aver coscienza, nello Spirito, della sua vera dignità, che è la libertà dei figli di Dio, affrancati dalla schiavitù del peccato e dalle inconsistenti paure. Il Mistero grande della Trinità, pur nella sua insondabilità, dunque, ci avvolge e ci penetra; è vero, noi, pur con tutta la più alta sapienza, non potremo mai comprenderlo, tuttavia, per dono di grazia, la grazia, appunto del battesimo, possiamo farne esperienza, un'esperienza di fede, che procede tra chiarezze e oscurità, ma, non per questo è meno valida e vera. C'è un'immagine di santa Caterina da Siena, un'immagine semplice e chiara, che solo una donna come lei poteva inventare: è l'immagine del pesce che vive e si muove nell'acqua del mare sconfinato; il pesce vive nell'acqua e dell'acqua, e questa entra in lui; ma questa piccola creatura non sa quanto grande, potente e benefico sia l'elemento in cui egli vive; tuttavia, nel mare il pesce vive, gioca, cresce e si moltiplica. Allo stesso modo è dell'uomo di fronte al Mistero di Dio Trinità, egli è troppo piccolo per comprenderlo, tuttavia, per grazia, la vita di Dio scorre in lui, per grazia Dio si piega fino a lui e gli parla, con la tenerezza del Padre, con la confidenza dell'Amico, con la forza dell'Amore; la realtà del Dio che è Uno ed è Tre, pur restando misteriosa, avvolge, tuttavia, l'uomo, che in essa vive e di essa vive, perché immagine del Padre, perché innestato a Cristo salvatore, perché animato, vivificato e illuminato dallo Spirito, dono del Risorto. «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo», ci assicura Cristo Gesù, mentre ci invia ad illuminare chi ancora percorre vie che non conducono alla salvezza; chi, ancora, tenta di sfuggire all'abbraccio del Padre, ignorando che lontano da Lui non è possibile trovare felicità; Cristo ci manda incontro agli uomini, perché anche i più restii e lontani aprano il cuore a Dio ed entrino in quel circuito di amore e di pace che è la Trinità beata. sr Maria Giuseppina Pisano o.p. mrita.pisano@virgilio.it |