Omelia (14-06-2009)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Nella prima lettura troviamo Mosè che, portavoce del Signore, sancisce l'alleanza definitiva tra Dio e il suo popolo, Israele. Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi, uno stesso sangue e una stessa vita circolano d'ora innanzi tra Dio e Israele, un patto che li lega in un'unica esistenza di fedeltà e d'amore. All'iniziativa divina succede l'assenso del popolo che si impegna a un’adesione autentica e sincera, partendo dall'ascolto della Parola di Dio scritta e proclamata da Mosè nel libro dell'alleanza.
Nella seconda lettura troviamo la figura di Gesù, sommo sacerdote, che a differenza di Mosè, non celebra in una tenda materiale, ma in quella "più grande e perfetta" che è il suo corpo, e non usa sangue di animali ma il "proprio sangue" donandoci una "redenzione eterna". Egli sostituisce, con il suo sacrificio, alla "prima alleanza" la "nuova alleanza", perfetta ed eterna.
Nel vangelo di Marco ritroviamo il quadro dell'ultima cena. Nel pane e nel vino condivisi in famiglia, il popolo ebreo ricomprende la sua storia e, in particolare, il dono di Dio nella liberazione dalla prigionia in egitto ma Gesù li fa diventare segno della nuova alleanza, il dono nuovo di Dio, il suo corpo e il suo sangue; nasce la nuova comunità umana, legata a Dio in modo nuovo, da un amore e una fraternità indistruttibili destinati a durare per sempre.

Quando invitiamo amici o parenti a tavola con noi, prepariamo la nostra casa ad accoglierli e la predisponiamo perché racconti loro come siamo noi: un piccolo dono della nostra intimità familiare. I gesti stessi che compiamo non sono casuali, sono espressione del nostro modo di essere coppia e famiglia.
È il dono dell'amicizia che non si celebra nella confusione di un mondo dove l'affermazione dell'individuo sui valori della comunità è indispensabile modello di vita, ma si realizza nell'intimità della relazione.
Allo stesso modo anche Gesù sceglie non un ambiente casuale per donare a noi l'eucaristia: ci invita in una sala, la "sua" sala appositamente preparata, dove, pensiamo, nulla è stato lasciato al caso. E anche il clima che si respira è un clima diverso da quello nel quale il racconto si inserisce: si percepisce che si sta vivendo un momento di solenne familiarità.
È il clima che ci portiamo a casa dopo aver partecipato come famiglia alla messa, e magari dopo esserci scusati a vicenda con uno sguardo se qualche ombra era tra noi ed esserci abbracciati a donarci la pace del Signore. È lui che dentro di noi ci trasforma, ci fa nuovi. La presenza di Gesù eucaristia ci trasforma e ci prepara ad affrontare le difficoltà e a saper riconoscere la vera strada che lui ha tracciato per noi, nonostante i nostri tradimenti.

Per la riflessione di coppia e di famiglia.

* Dal vangelo di oggi possiamo rilevare che Gesù ha voluto ambientare "l’ultima cena" in un contesto di gioia, di accoglienza e condivisione. Con quale spirito noi facciamo spazio perché l’eucaristia "trovi casa" nella nostra vita e nella nostra famiglia?
* Dalla prima lettura vediamo che il popolo di Dio esce con questa espressione "quello che il Signore ci ha detto noi lo faremo e lo metteremo in pratica". Che cosa rimane in noi dopo la celebrazione eucaristica? Quali propositi concreti per modificare il nostro stile di vita?