Omelia (18-05-2003) |
LaParrocchia.it |
Tralci uniti alla Vite È una lezione veramente preziosa, quella che possiamo ricavare dalla lettura e dalla meditazione della parabola della vite. - Il tralcio innestato nel tronco. Tagliato dalla vite si secca, ed è buono solo per essere gettato nel fuoco. Così pure il cristiano: non può vivere la sua fede e produrne i frutti se non restando unito a Cristo. Essere unito a Cristo: E come? Con la fede, con la speranza e con la carità; con l'ascolto attento della sua parola; col desiderio di conformarsi in tutto alla sua volontà; col ricorso frequente ai sacramenti per attingervi un aumento di vita, di generosità, di ardore necessari per mettersi al servizio degli altri. Così, vivendo per lui, con lui e in lui, potremo produrre in abbondanza quei frutti evangelici che si chiamano dolcezza, pazienza, dimenticanza di sé, vero amore del prossimo. - Il tralcio mondato e potato. Per dare delle uve più belle, più gustose, il tralcio è sottoposto alla potatura, che impedisce lo spreco della linfa vitale. Anche la vita cristiana ha queste esigenze: infatti, senza una certa mortificazione, senza lo spirito di rinuncia, senza la prova, essa non può che indebolirsi e languire. "Ogni tralcio che porta frutto - dice ancora Cristo - il Padre mio lo purifica, affinché ne porti ancora di più". Questa promessa di un frutto più ricco deve aiutarci a farci accettare la volontà del Padre, anche quando a lui piacerà tagliare proprio nel vivo della nostra carne e del nostro cuore. |