Omelia (08-06-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Cor 1,3-4 Dalla Parola del giorno "Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché anche noi possiamo consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio". Come vivere questa Parola? Nella seconda lettera agli abitanti di Corinto, Paolo, dopo aver augurato "grazia e pace da Dio" ai suoi destinatari, si effonde in questa bellissima preghiera-augurio che è sempre attuale anche per noi. A volte si critica una fede solo consolatoria, un pregare quasi per ‘convincere’ Dio a fare, in certo senso, da ‘anestetico’ alle nostre sofferenze. Ed è una critica più che mai giusta se il credere si risolve solo in uno scappar via dall’affrontare la fatica di vivere, con le inevitabili prove e sofferenze. Però, è un fatto, che della consolazione di Dio noi tutti abbiamo grande necessità. Ci è sostegno e sprone, ci apre alla speranza, ci dà di perseverare nell’amore. "Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi – dice Paolo – così abbonda la nostra consolazione". E siamo con la seconda delle beatitudini: "Beati gli afflitti perché saranno consolati". E siamo nel ritmo pasquale. Con Gesù, viviamo coraggiosamente, per amore, il necessario dolore; con Lui e da Lui siamo consolati e approdiamo a una pace e a una gioia "che nessuno potrà rapire". Non solo, diventiamo anche capaci di consolare gli altri. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo di aderire a Gesù nei momenti difficili, di non viverli da solo mai. E chiedo pure una tale consolazione dall’Alto che mi abiliti ad accorgermi della pena degli altri e a consolarli. Le parole di una martire di oggi Apro la Bibbia e leggo: Il Signore è il mio alto riparo. Etty Hillesum |