Omelia (14-06-2009)
don Roberto Seregni
Imbibito

Nei giorni scorsi sono riuscito a rubare un po' di tempo ai miei soliti mille impegni per far visita ai miei genitori e a mio fratello. Nell'orto dietro casa, riparati e ben protetti, decine di piccoli vasetti con diverse qualità di verdure e ortaggi, attendono di essere trapiantati. Poi - non ricordo bene per quale motivo - ci si è introdotti in una discussione complicatissima sui semi e sulla germinazione. Ho imparato una parola nuova: imbibito, cioè imbevuto, impregnato e intriso.
Ci ripenso ora, leggendo questo brano di Vangelo e meditando sulla festa del Corpus Domini.
Imbibito... Il seme è lì, è raggiunto. Deve solo accogliere, lasciarsi circondare e riempire.
Imbibito... Il seme è nascosto, sotto terra, sottratto alla vista. I frutti si vedranno, certo. Ma occorre tempo e pazienza.
Imbibito... La rivoluzione che nasce nel seme è sotterranea, impercettibile. Eppure fondamentale e decisiva.
Così germina un seme nella terra. Così siamo noi davanti all’Eucaristia.

A volte, quando celebro la S. Messa, mi viene da sorridere pensando all’infinita fantasia di Gesù. Avrebbe potuto rimanere in mezzo a noi in mille e mille modi, avrebbe potuto lasciarci il segno definitivo della sua potenza e della sua gloria in una forma inequivocabile, tanto per convincerci al cento per cento e smuovere pure i più dubbiosi.
Invece no. Non sarebbe stato nel suo stile...
Gesù decide di rimanere in mezzo a noi, presente nella sua comunità nel segno fragile e quotidiano del pane e del vino.
Tutto il Suo corpo, la Sua storia, la Sua vita appassionata d’amore sono lì, in quel pezzo di pane. Da mangiare. Da contemplare. Da custodire.
Mangiare quel Pane è nutrirsi del cuore palpitante dell’amore, è assimilare il segreto di quella vita più forte della morte, è scoprire che Dio mi è più intimo di quanto io lo sia con me stesso.
Mangiare di Lui è scoprire che solo Lui sfama e disseta le nostre inquietudini, che solo Lui può dare forza e direzione alla nostra vita, che solo Lui nutre i nostri desideri più profondi.
Imbibire, dicevamo. Forse dovremmo impararlo dal seme. Lasciarsi nutrire e trasformare. Inzupparci di Lui. Farci trasformare da quella potenza silenziosa e tremenda.

Buona settimana e buona "imbibizione"!
don Roberto
robertoseregni@libero.it

N.B. Tra i "Ritagli dello Spirito" trovate nuovi testi e preghiere per la vostra meditazione personale. (www.oratoriotirano.wordpress.com)