Omelia (14-06-2009) |
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Questo è il mio corpo La liturgia eucaristica odierna è dedicata alla contemplazione del Mistero Eucaristico. Siamo davanti al più grande gesto d'amore che quotidianamente si ripete da 2000 anni a questa parte. Questo segno profondo dell'amore Divino ci fa intravedere quanto è sconfinato l'amore di Dio per noi uomini. L'eucarestia è il segno più alto, più nobile e più profondo di quella che noi consideriamo la "follia d'amore di Dio", che trova il suo culmine nell'offerta della croce. Nell'eucarestia si realizza il desiderio di Gesù di restare per sempre accanto all'uomo per fargli gustare effettivamente e concretamente la gioia di essere di Figlio di Dio. Per comprendere l'eucarestia bisogna avere alcuni atteggiamenti inequivocabili: Silenzio... Si può accedere all'eucarestia solo se riusciamo a capire il valore inestimabile del silenzio. La storia della salvezza è fondamentalmente costellata dal silenzio... Dio non è abituato a fare grandi, lunghi e noiosi discorsi, ma quando deve comunicare usa la terminologia necessaria ed indispensabile... ed in poche parole dice tutto se stesso. Il silenzio è il luogo ideale nel quale entrare, non bisogna avere paura di questa "atmosfera", perché in essa troviamo il senso di noi stessi e scopriamo la pienezza di chi a noi si vuole rivelare. Il silenzio è stracolmo di misericordia: non troviamo parole di condanna, ma solo ed esclusivamente un cuore profondo a cui attingere amore per colmare le nostre mancanze e inebriarci dell'amore divino. Si deve amare il silenzio per cogliere il valore pieno della "presenza eucaristica", per non rilevarla misteriosa e tremenda, che tace se non sappiamo creare un clima di quiete tranquillità e calma interiore. Adorazione... atteggiamento di chi è consapevole che esiste una realtà oltre alla propria. Si adora perché è "Qualcosa" più grande e più profonda della mia stessa persona... è "Qualcuno" che dà senso alla mia esistenza ed è all'origine di tutto e di tutti. Adorare è entrare in quella dinamica che le cose avvengono non per pura e semplice causalità, ma che esiste un piano e facciamo parte di un progetto superiore che è sostanzialmente effusione d'amore. Adorare è consapevolezza di essere abbracciati da Dio che non si stanca di offrirsi per noi, anche quando Gli voltiamo le spalle e lo ignoriamo. L'adorazione ci deve spingere al Timore di Dio (biblicamente inteso) che ci fa intuire come l'amore è l'unica salvezza della nostra vita e che siamo liberi solo per amore... l'amore presente nell'Eucarestia, precede, segue e anticipa tutto il nostro cammino. Visione... Nell'eucarestia possiamo finalmente "Vedere il Signore". Si realizza alla fine il desiderio di quei Greci come racconta l'evangelista Giovanni. Viene spontaneo chiederci: dove e come posso vederlo? Risposta: sotto le specie del pane e del vino. È racchiuso in questa espressione il mistero di tutto e di tutti... dice come Dio si manifesta nella semplicità delle cose che ci circondano... il volto di Dio risplende soprattutto nei poveri, nei sofferenti e negli emarginati... in quelle persone che la società o un sistema politico-culturale ha messo ai margine della collettività. Dio si può vedere in quelle persone che quotidianamente si sacrificano e offrono la vita per combattere tutte le ingiustizie e i soprusi perpetrati a danno dei più deboli e dei più indifesi. Le specie eucaristiche ci dicono che la vita ha valore solo se donata e relazionata agli altri e al loro bene. Senza offerta cristiana la vita non ha senso. Guardati o essere guardati? Questo gioco di parole può essere una buona sintesi di questa riflessione. Cos'è più importante nel rapporto con l'eucarestia? Si può dire che nel movimento dello sguardo c'è una legittima equivalenza: guardo e mi accorgo di sprofondare in una realtà infinita, ma concreta. Sono guardato è entrare in una relazione di comunione piena e profonda con un Tu che colma tutti i miei vuoti, copre le mie lacune e illumina i passi del mio cammino esistenziale. Commento a cura di don Alessio De Stefano |