Omelia (18-06-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate".

Come vivere questa Parola?
Gesù ci mette in guardia da un modo sbagliato di concepire la preghiera. Non è un commercio: io Gli do le mie parole, anche tanto belle, e Lui mi concede quel che gli chiedo. No! La preghiera è anzitutto entrare in un rapporto d’amore, profondo e fiducioso, con Dio.
Egli sa già quello di cui ho bisogno. Ma poiché io sono figlio, è bene che impari a chiedere. Ciò mi permetterà una crescita appunto nel mio rapporto filiale con Lui: "Cercate, chiedete... bussate" dice il Signore nel Vangelo. Ed è come dire: insistete nel vivere la vostra realtà creaturale e filiale; è questo che vi rende autentici e vi dilata il cuore e la vita in serenità e pace.
Pregare dunque non consiste nella fatica di allineare belle parole, idee profonde, pensieri che contano; conta soltanto l’amore!
"Pregare – ha detto un santo – è esporsi a Dio amandolo". Mi espongo con tutto quello che sono, che ho e che... non ho. Mi espongo nella mia povertà e indigenza, nella certezza che Lui non è solo il mio Creatore, ma mi è Padre, Madre, Sposo. E’ il tutto dell’Amore di cui, in modo più o meno consapevole, ho sete. Proprio per questo, pregare è indispensabile. Come per la terra riarsa d’estate, essere irrorata dalla rugiada notturna.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi concederò un momento abbastanza lungo di silenzio esteriore ed interiore. Poi ripeto più e più volte l’inizio della più bella preghiera:
Abbà, Padre nostro.

Le parole di una martire
Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offra riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento. Ne esco fuori più raccolta, concentrata e forte.
Etty Hillesum