Omelia (19-06-2009) |
Agenzia SIR |
È la solennità del Sacro Cuore di Gesù, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti e oggi inizia l'Anno Sacerdotale voluto da Benedetto XVI. Si chiede di pregare a tutti. Ma è giusto che i primi a pregare siano gli stessi sacerdoti, meglio se davanti a Gesù Eucaristia. La profezia che dice "non gli sarà spezzato alcun osso" si unisce a quella di Zaccaria: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto". Con la seconda Giovanni annuncia il dono evangelico alle genti, rappresentate dal soldato romano che trafigge il costato di Gesù. La lancia nel costato di Cristo è anticipazione della Pentecoste, e quindi della nascita della Chiesa dal sacrificio d'amore di Gesù Cristo. Sangue e acqua simboleggiano il sacrificio del Signore e il dono dello Spirito che ne deriva. La festa del Sacro Cuore è legata alla figura di Santa Margherita Maria Alacoque, una monaca dell'Ordine della Visitazione (fondato da San Francesco di Sales e da Santa Giovanna de Chantal) vissuta in Francia dal 1647 al 1690. Morì all'età di 43 anni, dopo aver vissuto per 19 anni nel Monastero di Paray-le-Monial, dove ebbe lo straordinario privilegio delle rivelazioni di Gesù, che parlava con lei cuore a cuore. Il nome di Santa Margherita Maria Alacoque richiama subito la devozione al Sacro Cuore, e in particolare la novena in suo onore dei primi venerdì del mese. Il culto al Sacro Cuore è una scuola di santità, esige una profonda rieducazione del cuore, suppone una riforma dei sentimenti, mettendoli all'unisono con il Cuore del Salvatore. Qui c'è tutta la ricchezza (e le esigenze) del Vangelo di Cristo. Margherita mostrava un grande amore all'Eucaristia, una grande sensibilità verso poveri e sofferenti. Il Noviziato di Margherita non fu facile, nonostante i privilegi mistici da parte di Dio. Era diventata una discepola di Cristo, fattosi suo diretto Maestro. La Superiora e la Comunità capivano e non capivano queste grazie mistiche, la sottoposero a molte prove. Un incarico molto umile: custodire... un asinello! Per Suor Margherita il disagio cresceva soprattutto perché non poteva risvegliare nel mondo, come le aveva ordinato Gesù in una delle visioni, la memoria del suo grande amore per l'umanità attraverso il culto del Sacro Cuore. Il messaggio centrale che Suor Margherita ricevette nelle rivelazioni di Gesù si può sintetizzare in alcune parole dirette: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini... però la maggior parte di essi ricambia con ingratitudine, irriverenza verso il SS. Sacramento, sacrilegi". Il messaggio si concentra sempre sul fatto che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio"; Cristo presentava il proprio Cuore come simbolo del suo Amore infinito per l'umanità. Cristo assicurava i suoi tesori di misericordia attraverso il culto al Sacro Cuore e all'Eucaristia, da ricevere frequentemente. Chiedeva infine la partecipazione alla riparazione delle offese fatte a Dio. Le Promesse di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque per i devoti del suo Sacro Cuore: 1. Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato. 2. Porterò soccorso alle famiglie in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise. 3. Li consolerò nelle loro afflizioni. 4. Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte. 5. Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere. 6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l'oceano della Misericordia. 7. Le anime tiepide si infervoreranno. 8. Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione. 9. Benedirò i luoghi dove l'immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata. 10. A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò loro il dono di commuovere i cuori più induriti. 11. Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato. 12. Io ti prometto, nell'eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell'ora estrema. Commento a cura di don Angelo Sceppacerca |