Omelia (28-06-2009)
Monaci Benedettini Silvestrini
Talità kum…

Gesù sta insegnando, sta parlando del Regno di Dio, sta spiegando il compiersi dell’Antica alleanza e quella Nuova da lui rappresentata. C’è molta gente ad ascoltarlo. Sono al lago. Qualcuno si domanda: ma farà anche oggi dei miracoli? Gesù, pero, non è interessato a quelle domande. Lui parla del Padre che è nei cieli. Il Padre Suo, il Padre nostro... Gli viene incontro un uomo - Giairo. Non è una persona qualunque - è uno dei capi della sinagoga. Lo conoscono tutti, lo hanno sentito parlare anche lui... Forse farà qualche domanda, chiederà qualche spiegazione di un versetto della Scrittura...? Ma egli si prostra ai piedi del Signore e chiede con insistenza un aiuto: mia figlioletta è molto malata. Vieni a guarirla. Giairo con il suo gesto mostra la sua fede. E’ molto malata, ma per Dio non esistono le cose impossibili e lui ci crede. Gesù accetta. Si avviano verso la casa sua, ma ecco arrivare un servo: "tua figlia è morta". Che tristezza per un padre sentire questa affermazione. Ma Giairo è con Cristo. E Gesù lo consola. Hai creduto? Continua ad avere la fede. Ecco quello che può fare la fede. La fede in Cristo può perfino far risuscitare dai morti. Gesù ha riscattato dalla morte tutti, egli è il Dio con noi. Egli ha le parole di vita, e di vita eterna. E la nostra fede? Quanto è forte? Diciamo di credere ma poi? La nostra fede è viva o morta? L’abbiamo ricevuta, ma l’abbiamo anche conservata? La fede è un dono. Dobbiamo chiedere il Signore, ogni giorno: Signore, aumenta la mia fede. Possa io credere in te, possa io fidarmi di te, con tutto il cuore; possa io chiudere gli occhi ed abbandonarmi nelle tue braccia aperte. Tu mi aspetti, Signore, sono io che ritardo. Dammi la mano ed alzami dal sonno. Comandami come hai comandato alla ragazza morta: "a te dico, alzati". Fa’ che io possa sentire la tua voce e seguirti sempre, dove vuoi tu.